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Attualità | 15 febbraio 2011, 12:26

Camici colorati per i dipendenti delle case di riposo gestite dal Consorzio Azzurra

I colori scelti, per differenziare i ruoli, aiuteranno ad identificare meglio gli operatori

Camici colorati per i dipendenti delle case di riposo gestite dal Consorzio Azzurra

“Colora il tuo mondo” è il titolo del progetto promosso dal Consorzio Azzurra di Cuneo attraverso nuove divise colorate per facilitare l'identificazione degli operatori sanitari nel loro rapporto con gli assistiti. Una novità che “colora” le strutture gestite dalle cooperative Azzurra e che sembra piacere non solo agli ospiti delle residenze per anziani e per disabili, ma anche agli operatori sanitari. "L'introduzione delle divise colorate - spiega Magno Garro, amministratore unico del Consorzio Azzurra- è stata gradita e vissuta dal personale stesso come un momento di rinnovamento. In particolare la maggioranza degli infermieri, degli operatori socio sanitari e degli addetti alle pulizie, ha giudicato positivo il cambiamento che li rende più facilmente riconoscibili dall'utenza".

Per le casacche e i pantaloni dei vari operatori sono stati scelti colori diversi in relazione alle funzioni svolte dagli stessi. Casacca bianca con bordatura di colore blu e ricamo per gli Oss, casacca verde con bordatura bianca per gli infermieri professionali, arancio con bordatura blu per fisioterapisti, mentre gli addetti alle pulizie indosseranno una casacca azzurro chiaro con bordature blu e ricamo, mentre il giallo sarà il colore delle casacche del personale addetto alle cucine.

L'associazione mentale codice-colore favorisce l’apprendimento e la memorizzazione e per questo motivo il colore è proficuamente utilizzato dalle cooperative aderenti al Consorzio azzurra. "La divisa - aggiunge in conclusione Garro - è un mezzo comunicativo, la cosiddetta comunicazione non verbale, che ci dice a prima vista qual’è il ruolo del professionista e quali qualità, atteggiamenti possiamo aspettarci da questo professionista. La divisa “colorata” diviene quindi fondamentale per “l’imprinting relazionale” tra operatore e assistito e di conseguenza tra l’assistito e la famiglia". (c.s.)

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