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Attualità | 27 novembre 2013, 11:15

Cuneo: continua la protesta dei lavoratori Aga Grafica

12 lavoratori su 14 sono stati collocati in cassa integrazione straordinaria; oggi davanti al Tribunale la protesta in occasione dell'udienza

Cuneo: continua la protesta dei lavoratori Aga Grafica

Sta manifestando in questo momento davanti al Tribunale di Cuneo una rappresentanza dei lavoratori di Aga Grafica, in occasione dell’udienza odierna: l'azienda ha presentato istanza di concordato preventivo.

Un’istanza conseguente alla richiesta di fallimento avanzata dai dipendenti per ottenere il riconoscimento dei propri crediti.

Tra i tanti stipendi  arretrati, vantano salari non pagati da un minimo di due ad un massimo di sei mensilità nel 2012 e tutti quelli del 2013 tra cui la cassa integrazione straordinaria mai corrisposta ai lavoratori malgrado l’impegno assunto dall’Azienda in tale senso.

La produzione di AGA è stata spostata, presso un’Azienda del torinese, dai primi giorni di febbraio, data nella quale 12 lavoratori su 14 sono stati collocati in cassa integrazione straordinaria a zero ore.

I lavoratori, sono stati licenziati allo scadere del periodo di cassa integrazione, senza che l’AGA Grafica valutasse la possibile apertura della procedura di mobilità.

Ulteriore elemento di danno, a giudizio della CGIL che rappresenta la quasi totalità degli ex dipendenti, che per questo ha impugnato i licenziamenti.

Un danno certo che per alcuni potrebbe essere molto consistente, c’è una bella differenza, economica e contributiva tra l’ASPI (assicurazione sociale per l’impiego) della durata massima di  12 mesi e la mobilità che per alcuni (coloro che hanno più di 50 anni di età) arriva a 36 mesi di copertura economica e contributiva.

E poi c’è un danno certo, quello messo nero su bianco nella proposta concordataria avanzata dall’Azienda, che riconoscerebbe ai lavoratori solo il 90% (noi ci permettiamo di ritenere che tale percentuale potrebbe anche non essere garantita) delle loro spettanze, liquidazione compresa, che per alcuni è relativa a oltre vent’anni di lavoro.

La richiesta di fallimento avanzata dai dipendenti è però motivata dalla considerazione, tutta nostra e tutta da dimostrare, che il concordato preventivo (ripetiamo presentato dopo la loro richiesta e per affermazione della stessa proprietà per evitare la dichiarazione di fallimento) non ha solide basi.

Sicuramente i creditori chiamati ad esprimere il proprio voto, sia esso favorevole o contrario, sono a conoscenza delle problematiche sopra evidenziate.

 

 

r.t.

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