La Procura di Cuneo lo accusa di aver denunciato l'amico da cui intendeva comprare un camion-officina incolpandolo di appropriazione indebita. L.B., pilota automobilistico e imprenditore cuneese, è imputato per calunnia, alla base della vicenda un assegno dato “in garanzia” di 22mila euro per formalizzare l'acquisto dell'automezzo.
A testimoniare è stato chiamata la parte offesa, un commercialista cuneese (su di lui pesa una condanna per appropriazione indebita, ndr) che ha ripercorso i fatti del 2010: “Non potendo lui pagare subito i 75 mila euro per l'acquisto del camion tramite la mia società, ci accordammo su un pagamento rateale con un saldo al 31 dicembre di 22 mila euro. Per questa somma mi aveva lasciato un assegno in garanzia, che avevo versato in banca dopo i ripetuti solleciti andati a vuoto per il residuo pagamento. Dalla banca però mi avvisarono che era tutto bloccato perché c'era un avviso di garanzia per appropriazione indebita nei miei confronti. Sono cascato dal pero”. Il commercialista avrebbe saputo in seguito che L.B. lo aveva denunciato sostenendo che l'assegno sarebbe stato fatto “per pagamenti già saldati in precedenza, non era da incassare”. Secondo la difesa l'assegno in questione, però, sarebbe stato smarrito, quindi ritrovato e posto all'incasso: per questo motivo sarebbe partita la denuncia.
A sua volta il commercialista aveva agito con un decreto ingiuntivo per ottenere il pagamento del leasing dello stesso camion, a seguito del quale l'imputato si era rivolto ad un legale, chiamato come teste a difesa: “Le parti hanno concluso la vicenda con una transazione, il commercialista rinunciò alla causa mentre L.B. gli versò 5mila euro e ritirò la querela”. Sentenza il 30 novembre.