Egregio Direttore,
la scorsa settimana è stato dedicato ampio spazio sui giornali locali al progetto del teleriscaldamento per la città di Cuneo; dal quadro generale che si dipinge mi pare di capire che i giochi siano praticamente fatti: viene descritta l'opera sotto forma di "road map"con tanto di tempistica dei lavori e coinvolgimento degli attori, schema strada per strada delle tubature che "diminuiranno di diametro man mano che si allontanano dalla centrale" e soprattutto l'assicurazione che i cantieri "bloccheranno un incrocio per volta".
Bene, ora fermiamoci un attimo e torniamo nella Cuneo che conosciamo e che viviamo tutti i giorni; una grande Azienda come l'AGC non può mettere sul piatto i suoi problemi di costi energetici, che implicano di conseguenza difficili scelte imprenditoriali/occupazionali, per imporre come unica condicio sine qua non alla prosecuzione della sua attività sul territorio l'approvazione di questo progetto da parte del Comune.
Veniamo a sapere che combinazione va pure a scadere la vita naturale del forno (ma dai?), quindi un nuovo investimento in tal senso può dipendere solo dalle scelte del Comune; nello stesso tempo, l'Azienda, sotto l'incalzare dei (pochi a dir la verità) consiglieri veramente "resistenti", non ha affatto assicurato il proprio impegno sul progetto considerate "le dinamiche del mercato internazionale troppo complicate per fare previsioni"; dall'altra parte abbiamo il solito imprenditore pigliatutto che si ritrova a costo zero un'area industriale in cui edificare la centrale ed una città in cui far scorrere un reticolo di tubi, a beneficio delle proprie imprese; come viene precisato nell'articolo, non si parla di project financing, ma di un affare totalmente privato, con tutto quello che ne consegue: è evidente che l'interesse del privato è esclusivamente l'ottenimento di un utile, fin tanto che ciò è possibile, dopodichè il business viene meno e si passa di mano.
Negli articoli, però, non si parla di quale fine faranno le caldaie condominiali (nel mio stabile pochissimi anni fa è stato totalmente sostituito l'impianto con uno più moderno a gas, spesa non indifferente...), a quanto ammonteranno i costi di allaccio e da chi saranno sostenuti, quale sarà il "break even point" che determinerà la convenienza o meno dell'intero progetto (non credo che qualcuno a Cuneo sia così presuntuoso da pensare ad una scelta unanime di tutti icondominii) e sopratutto da quale combustibile sarà alimentata la centrale di cogenerazione.
Insomma, per tagliare corto, siamo di fronte ad un'altra scelta operata di imperio dall'Amministrazione (vedasi la sgangherata vicenda della raccolta rifiuti porta a porta), sulla base di presunti vantaggi conclamati ed inoppugnabili, effettuata senza prima consultare/informare/educare la cittadinanza; questo lo reputo un fatto assai grave, crea un pericoloso precedente a discapito dell'importanza della consultazione dei cittadini sulle scelte di coloro che noi stessi abbiamo eletto; in questo sono d'accordo con il Consigliere Isoardi che ha promosso un'iniziativa in tal senso.
Cuneo meriterebbe forse più attenzione da parte del Comune per le piccole cose che ci coinvolgono tutti i giorni e che, se realizzate, darebbero molta più soddisfazione ai cittadini e fiducia nel Palazzo, che dimostrerebbe così di fare ciò che è necessario e non ciò che si "deve" fare.
Negli anni i cuneesi hanno già constatato come i mega progetti trovino terreno fertile ma mal si adattino alla nostra città (il parcheggio di Piazza Boves, il PUF, il Movicentro,) mentre cose più "alla portata", ad esempio una pedancola sul Gesso, sembrano un progetto utopico, irrealizzabile, antieconomico, di nessun interesse da parte del Comune o di privati imprenditori.
Grazie per l'attenzione,
Lettera firmata













