Lungi dal proposito anche soltanto indiretto o remoto di strumentalizzare una tragedia di proporzioni così grandi come l'omicidio incendiario di una ragazza indifesa e "colpevole" soltanto di un eccesso di buoni sentimenti propri, che la portavano a non denunciare il proprio aguzzino, e della altrui omertà, quando ancora un attimo prima del delitto sarebbe stato possibile salvarla, non va in ogni caso taciuto un sentimento di sdegno verso festeggiamenti stereotipati del 2 giugno in chiave meramente storico anacronistica e anti monarchica, magari richiamandosi alla conquista dei diritti politico elettorali per le donne ma tacendo del tutto sulla tragedia sociale in atto, che dei diritti femminili è la più grande negazione.
Il Segretario della Lega, Matteo Salvini, ha dichiarato giustamente che il 2 giugno sarà la festa della Repubblica invasa; sarà anche, se si vuole ricordare l'aspetto qualificante del suffragio universale, la festa della Repubblica picchiata e uccisa, perché il fatto di non opporre alla spirale dilagante del femminicidio efficaci e adeguati strumenti normativi e culturali di contrasto equivale a non mettere la donna nella condizione di esercitare liberamente i propri diritti, di cui quelli politico elettorali sono un punto di partenza e non di arrivo, che ogni volta che si verificano episodi barbarici simili riportano la condizione soggettiva e sociale femminile indietro nel tempo di secoli.
Per questo motivo, celebrando il 2 giugno come ricorrenza Repubblicana e del suffragio universale, sarebbe opportuno che tutti i Sindaci, i responsabili di governo, le associazioni impegnate a commemorare l'estensione delle prerogative elettorali, ricordassero con un segno di lutto e solidarietà le vittime dei femminicidi, perché il più grande diritto politico delle donne è quello a non avere paura, né di esprimere le proprie idee né di compiere le proprie libere e sacrosante scelte in tutti gli altri ambiti personali, diversamente le tanto decantate conquiste del 1946 si riveleranno dei simulacri e delle scatole vuote al servizio solo di qualche convegno o conferenza.
Anna Mantini - Componente della Consulta Femminile Regionale
















