Egregio Direttore,
tutto è bene quel che finisce bene, si è soliti ripetere con rassegnata saggezza. Quando il Pubblico Ministero ritiene che non vi siano elementi per esercitare l’azione penale, formula una richiesta di archiviazione che è sottoposta al controllo del gip.
Così è stato per le indagini su un appalto della Fondazione CRC che è risultato regolare, condotto secondo le norme previste; non c’è stato conflitto di interesse, non c’è stato ostacolo alla vigilanza del MEF. Sono contento prima di tutto per la Fondazione come istituzione, che ha regole, struttura, vigilanza e poi per gli amministratori e il direttore dell’epoca, Falco, Oddero, Risoli e Molinengo.
Per quanto mi riguarda sono stato tirato in ballo insieme ai colleghi Bessone, Curetti, Tealdi per un grossolano errore, in quanto non facevamo parte del Consiglio di Amministrazione al tempo dei presunti illeciti e per questo la nostra posizione è stata archiviata mesi prima (io addirittura in Fondazione non c’ero proprio, neppure nel Consiglio di indirizzo).
Per mesi però il nostro nome è andato sui mezzi di informazione e quanti volevano strumentalizzare l’indagine avevano la possibilità di dire che “l’intero vertice della Fondazione” era “indagato”, termine che è diventato impropriamente nella lotta politica in Italia sinonimo di colpevole. In particolare ogni volta che si avvicinava un rinnovo di cariche in BRE, in UBI, in Fondazione partiva un esposto al MEF ricordando l’indagine in corso; Benigni e soci (che pure hanno perso una causa civile e dovuto pagare i danni) organizzavano un convegno; gli onorevoli Rabino e Dadone presentavano una interrogazione; il settimanale Cuneo Sette riportava almeno un articolo che menzionava l’indagine, spesso con titoli ad effetto.
E non sempre riuscivano ad avere pari rilievo le molte cose buone realizzate dalla Fondazione. Che dire? Ripetiamo il titolo della commedia di Shakespeare:” Tutto è bene quello che finisce bene” (All's well that ends well) e aggiungiamo come nell'adattamento televisivo per Supergulp! del fumetto Nick Carter di Bonvi “... e l'ultimo chiuda la porta!”: ai ritardi nella giustizia, alla superficialità nella comunicazione, alla faziosità nella lotta sociale e politica.
Distinti saluti. Antonio Degiacomi