In ordine all'articolo apparso ieri su Targato Cn, relativo alla vicenda dei due signori di Borgo San Dalmazzo che stanno per unirsi civilmente, a prescindere dal dovuto è necessario rispetto ad essi dovuto, mi piacerebbe ricordare che, essere sposi e quindi considerare il matrimonio, è un'altra cosa.
Anche a norma dell'attuale Costituzione italiana che lo riconosce tra uomo e donna. Voler parificare (anche tra le righe di un articolo) un'unione civile ancorché legittima, al matrimonio, significa far passare un messaggio culturale non corretto e che, tra l'altro, va pure contro lo spirito della normativa appena approvata in materia di unioni civili, in Italia (L.Cirinna'), che, almeno a parole, non li metterebbe sullo stesso piano.
Inoltre la parola "sposi" richiama inevitabilmente al matrimonio inteso come valore sacramentale per coloro che sono credenti cattolici e, comunque anche come valore culturale, antropologico per tutti coloro che sono convinti del suo portato sociale ed educativo. Ad ognuno poi, piena e consapevole libertà di scelta, sempre sapendo di cosa si sta parlando.
Comunque, felicitazioni a Miguel e compagno..