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Curiosità | 29 settembre 2016, 08:00

Dogliani: si presenta alla biblioteca "Einaudi" il nuovo lavoro di Aldo Grasso e Cecilia Penati

Si parlerà di serie tv, nuova "fabbrica dei sogni" americana, nell'appuntamento in programma per sabato 8 ottobre alle 21

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Sabato 8 ottobre, alle 21 verrà presentato, presso la biblioteca “L. Einaudi” di Dogliani, un interessante ed esaustivo saggio scritto a quattro mani da Aldo Grasso e Cecilia Penati “La nuova fabbrica dei sogni. Miti e riti delle serie tv americane” (Il Saggiatore, 2016).

Gli autori analizzano uno dei fenomeni culturali più interessanti degli ultimi decenni: la nascita, crescita e affermazione delle serie televisive, che hanno acquisito uno spazio sempre più vasto non solo nei palinsesti delle varie emittenti, ma che vengono viste da un numero sempre maggiore di utenti attraverso quei canali che non sono nemmeno più televisivi, vale a dire computer, tablet e addirittura smartphone.

Ne "La nuova fabbrica dei sogni", Aldo Grasso e Cecilia Penati accolgono la sfida a cartografare la galassia delle serie televisive - dai Soprano a The Wire, da House of Cards a The Walking Dead, dal Trono di spade a Breaking Bad - passando per i personaggi più iconici, i colpi di scena più plateali, e soprattutto per i nuovi autori dell'immaginario, gli showrunner, termine di conio recente, che definisce l’ideatore di una serie, che supervisiona tutto il lavoro necessario a produrla, coordinando registi, sceneggiatori, attori e tecnici.

I temi delle serie si sono differenziati moltissimo da quelle passate, che potevano essere facilmente classificate per “generi” come le opere letterarie e cinematografiche (dall’epopea western in voga negli anni Cinquanta e Sessanta a quelle di ambientazione ospedaliera, ai polizieschi), e si accentrano sui nuovi gusti del pubblico su soggetti che vanno dalla politica ai mondi post apocalittici. Cambiamenti profondi hanno interessato anche i personaggi, le cui evoluzioni (ma anche involuzioni) nel tempo costituiscono spesso l’asse portante di una serie. Le trame spesso mettono in evidenza, che non si cercano solo eroi positivi e storie in qualche modo consolatorie, ma appare molto più affascinante il protagonista decisamente negativo.

Sebbene il pubblico, ora come un tempo, sia totalmente dipendente dalle serie tv, il libro si chiude affermando che spesso i nuovi prodotti sono destinati a un pubblico molto più esigente e acculturato rispetto a quello della “vecchia” tv generalista. Non a caso, pure in Italia sono soprattutto i giovani a trascurare i programmi televisivi tradizionali per appassionarsi alle vicende dei protagonisti di serie come Lost, House of Cards, Il trono di spade.

Si può concludere che le serie divenute un cult sono al contempo mezzo di intrattenimento e portavoce di valori, messaggi e di spunti di riflessione su vari aspetti della società odierna.

c.s.

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