Vivere un'esperienza, di qualunque tipo, all'estero (almeno credo) è una faccenda che si può affrontare sostanzialmente in due modi. Si pianifica tutto nei minimi dettagli, cercando di ridurre al minimo l'incidenza della casualità in un evento che sicuramente ne è pregno fino all'orlo, oppure si decide di “muoversi con la corrente”, di abbracciare la casualità come parte integrante dell'esperienza stessa, abbandonando qualunque possibilità di sicurezza e comfort.
Un'avventura, insomma, vera e propria. Esattamente questo è stato l'atteggiamento della giovanissima Sofia Lombardi nel scegliere la meta per la propria esperienza Erasmus, attualmente in corso, in terra ellenica: con lei, abbiamo fatto quattro chiacchiere.
- Stai vivendo un'esperienza Erasmus in Grecia. In cosa consiste la tua quotidianità?
Personalmente non riuscirei a parlare di un giorno tipo qui in Erasmus perché ogni giorno è diverso da quello precedente e non so mai cosa aspettarmi da quello successivo. Per questo sono innamorata di questa esperienza. Il ritmo è molto rilassato, la mattina quando non ho lezione mi vedo con gli altri ragazzi Erasmus (che ormai sono diventati la mia seconda famiglia) per studiare insieme o prendere un caffè. Per il pranzo, andiamo sempre tutti alla mensa dell’università. Qui infatti la mensa è gratis per gli studenti ed è aperta sette giorni su sette a colazione pranzo e cena. Ovviamente il cibo non è come quello italiano (e questa è una delle cose che mi manca di più) ma è sempre bello sapere che anche se vai in mensa da solo troverai sempre qualcuno con cui mangiare. Il pomeriggio di solito ho lezione e la sera ci troviamo di nuovo tutti insieme per una birra e rilassarci.
- Avresti potuto scegliere altre mete? Se sì, perché hai scelto proprio la Grecia?
Si, la mia università offriva mete in tutta Europa. Ho deciso di scegliere la Grecia perché tra tutte le mete presenti per me quella era la più sconosciuta. Ho voluto addentrarmi in una cultura di cui non conoscevo niente e da cui non sapevo cosa aspettarmi. Altre mete come Inghilterra e Spagna sarebbero state più adatte al mio percorso di studi visto che studio Inglese e Spagnolo ma dal momento che in un futuro avrò comunque a che fare con queste realtà, ho voluto cogliere questa opportunità come un’occasione per conoscere qualcosa di completamente nuovo e aprire la mia mente a una cultura diversa e mai riscontrata prima. E’ stata una scelta mirata ad una crescita e arricchimento personale.
- Se dovessi paragonare la vita e l'ambiente scolastico italiano con quello greco, che bilancio tracceresti?
L’ambiente universitario greco non è poi così diverso da quello italiano: l’organizzazione non è delle migliori e per sopravvivere ovviamente noi studenti dobbiamo rincorrere i professori ma i docenti con cui ho lavorato si sono rivelati molto disponibili e collaborativi per quanto riguarda gli esami e dal momento che alcune lezioni sono in greco e io non conosco ancora bene la lingua, dopo la spiegazione in greco si prendono un po’ di tempo per tradurre i concetti in inglese. Inoltre ci sono molte agevolazioni per gli studenti, la mensa gratuita per i fuorisede di cui ho parlato prima per esempio, i libri scolastici per gli studenti vengono dati dall’università e in più l’università e tutti i musei sono gratuiti per gli studenti.
- La condizione economico-sociale della Grecia è stata argomento di cronaca nel recente passato. Nella tua personale esperienza, che aria ti sembra tiri?
Per quanto riguarda la situazione economica della Grecia si vede che sia più povera dell’Italia e un po’ meno sviluppata. Oltre alla città in cui mi trovo, ho avuto l’occasione di viaggiare un po' intorno alla Grecia in questi mesi e le città che ho potuto visitare mi sono sembrate tutte abbastanza caotiche e non troppo organizzate. Spesso per le strade la gente non porta il casco in moto, nelle università si può fumare nei corridoi, gli edifici che non sono in centro non sono molto curati e può capitare che ci siano manifestazioni anarchiche ogni tanto. Sono rimasta sorpresa da quanto si senta la tensione tra comunisti e anarchici tra i giovani.
- Quanto manca al tuo ritorno? Cosa credi che ti rimarrà, al termine di questa esperienza di studio?
Il mio ritorno era previsto entro fine febbraio ma ho richiesto alla mia università la possibilità di prolungare per studiare qui anche il secondo semestre che finirà a Giugno. Al termine di questa esperienza mi porterò dietro prima di tutto un arricchimento dal punto di vista universitario dal momento che qui ho avuto l’occasione di affrontare non solo le materie del mio corso di studi italiano ma anche di seguire lezioni e approfondire argomenti che in Italia non avrei potuto riscontrare. E poi sicuramente un arricchimento e una crescita personale incredibile. Andare da sola in un posto in cui non conosco né lingua né cultura e riuscire a crearmi una vita, affrontare esami in una lingua diversa, e affrontare le difficoltà lontano da casa mi fa rendere conto di quanto un’esperienza del genere mi abbia aiutato a crescere da ogni punto di vista. Sicuramente mi porterò dietro anche tanti vuoti, mi mancheranno tante persone, tante piccole abitudini, un pezzetto di me resterà qui e nelle persone che ho incontrato. Così che quando questa esperienza terminerà mi lascerà tante cose ma si porterà con lei anche una parte di me.













