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Attualità | 27 giugno 2018, 14:56

18 licenziamenti e 30 pazienti costretti a trasferirsi dalla casa di cura di Monteserrat per la messa a punto della struttura

Dopo 10 ore di trattativa con le parti sociali si è ottenuto per i lavoratori il ricorso al fondo di integrazione salariale aperto fino a dicembre 2018: “C’è il rammarico di non essere riusciti a trovare soluzioni alternative al licenziamento”

18 licenziamenti e 30 pazienti costretti a trasferirsi dalla casa di cura di Monteserrat per la messa a punto della struttura

Erano giunte lo scorso 16 maggio le lettere inviate dalla cooperativa Quadrifoglio a 18 dipendenti ai quali si comunicava l’individuazione di altrettanti esuberi all’interno della struttura borgarina di proprietà della Monteserrat Srl.

Alla base della scelta della cooperativa – che appalta il servizio di “global service” – la necessità di adeguamento dei locali del ramo dedicato alla lungodegenza. Qui sono presenti 30 posti letti (di ospiti privati), “soppressi” per l’adeguamento dei locali. Nella struttura  è presente un ramo convenzionato con Asl per la riabilitazione, i cosiddetti Cavs (Continuità Assistenziale a Valenza Sanitaria) dove anche qui sono presenti 30 posti letto: questa parte non sarà coinvolta dalla vertenza.

Senza un accordo tra le parti i lavoratori - dieci Oss, quattro addetti al servizio mensa, tre addetti alle pulizie e un’impiegata – avrebbero potuto perdere il posto già a partire dal mese in corso. Dopo l’incontro tra le parti di ieri, martedì 26 giugno, avvenuto all’interno della struttura di frazione Sant’Antonio Aradolo di Borgo San Dalmazzo durato circa 10 ore si è evitato il licenziamento immediato. Fp Cgil, Fp Cisl e Nursing Up hanno trattato con la cooperativa il ricorso al fondo di integrazione salariale (ammortizzatore sociale simile alla cassa integrazione per le cooperative).

Questo strumento sarà attivo fino a dicembre 2018, ma non eviterà i licenziamenti a partire da gennaio 2019. Nei prossimi giorni si firmerà l’accordo sulla risoluzione della procedura di mobilità.

“C’è il rammarico di non essere riusciti a trovare soluzioni alternative al licenziamento” – spiega Luca De Conti di Fp Cgil – “Si poteva procedere con una ristrutturazione a piani alterni e garantire con gli ammortizzatori una continuità occupazionale senza dover trasferire i 30 ospiti attualmente presenti.”

Oltre alle ricadute occupazionali, i 30 ospiti privati di lungodegenza dovranno, infatti, nelle prossime settimane dovranno trovare una sistemazione alternativa.

Daniele Caponnetto

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