C’è anche un po’ di Cuneo nella finale di Melk (Austria) della “W – series”, un campionato Formula 3 di sole donne destinato a partire nel 2019 e che ha l’obiettivo di inserire le “quote rose” nei prossimi campionati di Formula 1.
Si chiama Carlotta Fedeli, 26 anni, romana di origine, ma da un anno residente a Cuneo dove è sposata con Federico Paolino (anche lui pilota) ed è mamma da appena tre mesi. E' tra le 50 selezionate (su oltre 300 richieste) per la prova austriaca che si terrà a fine gennaio. Prova che vedrà a sua volta un’ulteriore cernita in base a test fisici, psicologici e pratici delle 18 donne che per la prima volta parteciperanno a un campionato di questo tipo, in partenza dal mese di maggio. Tra i giudici ci sarà una fitta schiera di esperti nel mondo F1: capofila sarà l’ex campione britannico David Coulthard.
Carlotta corre dal 2007 quando si è avvicinata al mondo dei motori nel campo dei Go-kart. Una passione irrefrenabile che l’ha portata poi a intraprendere la carriera con le vetture di turismo a trazione anteriore.
Corre con la Seat Leon contro uomini – marito compreso – in quanto la componente femminile in questo mondo è sempre stata in una percentuale minore.
“Eppure il mio essere donna non ha mai influito sui miei risultati” – ci dice sorridendo – “Anzi, ho corso gare con altri 29 piloti tutti uomini, ma è capitato che tagliassi il traguardo prima di loro.”
“Sarà difficilissimo entrare a far parte delle prime 18” – continua Carlotta – “Sono diventata madre da poco e ho pochi mesi per rimettermi in pista e affrontare questa prova. Ma per me è già motivo di grande orgoglio fare parte di questa selezione. A sostenermi a Melk ci sarà Giancarlo Fisichella, che, tra l’altro, è un amico di famiglia, mio vicino di casa nella casa di Roma.”
La 26enne cuneese acquisita è l’unica italiana selezionata insieme alla 24enne Vicky Piria.
“L’obiettivo di far arrivare le donne in Formula 1 sarebbe un passo epocale” – conclude – “la fisicità in questo sport conta relativamente. Una donna può benissimo battere un uomo, conta la vettura e l’abilità di guida. E’ solo una questione di numeri, siamo in minoranza: poche donne intraprendono questo tipo di attività, da sempre considerato sport prettamente maschile.”