E’ arrivata come un fulmine a ciel sereno nella giornata di ieri, lunedì 4 novembre, la notizia che conferma la volontà di Arcelor Mittal di lasciare l’Italia. La società ha rescisso l’accordo per comprare le acciaierie di Taranto al centro di bagarre istituzionali in ambito di impatto ambientale e sicurezza sul lavoro.
Il colosso italiano ha notificato ai commissari straordinari quella che è la loro intenzione: niente affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate, acquisite secondo l'accordo chiuso il 31 ottobre. Secondo le prime stime sarebbero circa 10mila i lavoratori coinvolti in questa decisione, la maggior parte legati all’ex Ilva di Taranto.
Ma tra le controllate Ilva c’è anche lo stabilimento di Racconigi. L’acciaieria che si occupa della realizzazione di profili cilindrici (tubi). Qui sono occupati 145 lavoratori.
“Stiamo scendendo a Roma per chiarire questa situazione” – commenta il segretario Fiom Cuneo Corrado Denaro – “Sono settimane che chiedevamo un incontro con il governo su questo tema. Racconigi è uno stabilimento sano, non accede alla cassa integrazione da tempo e il lavoro non manca. Qui si continua a produrre.”
Ma nonostante questo l’azienda è in chiara difficoltà: si calcola una perdita di due milioni di euro al giorno. Oggi si terrà a Roma il coordinamento della Fiom degli stabilimenti ex Ilva. Qui sarà presente anche una rappresentanza di Racconigi. Ulteriori sviluppi verranno chiariti nei prossimi giorni.
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