Partiamo dai dati numerici: la provincia di Cuneo ha un'estensione di poco inferiore ai 7mila chilometri quadrati, il 50,8% dei quali di matrice montana, è attraversata da oltre 3200 chilometri di strade e consta di 247 Comuni, di cui 226 ricompresi nelle classi di ampiezza demografica più bassa.
Analizzata in questi termini, la questione parrebbe non sussistere neppure: la "Granda" deve essere economicamente sostenuta, aiutata, agevolata. Eppure, paradosso dei paradossi, non è così, anzi: quella cuneese è la terz'ultima provincia italiana nella graduatoria relativa ai contributi assegnati dal Decreto del Ministero degli Interni in favore della manutenzione ordinaria di strade e scuole.
1.156.581,66 euro su 250 milioni disponibili: questa la cifra esatta riconosciuta, appena più consistente di quella che si è vista concedere Biella (1.010.326,89 euro). Il quesito sorge spontaneo: perché così poco, visto e considerato che il Cuneese è popolato da 588.559 abitanti ed è casa di 25.643 studenti?
La risposta, per quanto complessa, è da ricercarsi in un criterio di difficile lettura, che ha premiato le Province che hanno ridotto maggiormente le spese per strade e scuole, a discapito di chi, come la "Granda", è riuscito ugualmente a far fronte a una situazione estremamente complicata, attingendo dagli avanzi di gestione e dalle contribuzioni della propria Regione di pertinenza.
INCONTRO A MONDOVÌ
"Tali decisioni - commentano con sconcerto e disappunto i vertici provinciali - sono state approvate e avvallate dall'Unione Province Italiane: un risultato mortificante per il lavoro di riduzione della spesa fatto in questi anni e per il nostro territorio". Un concetto ribadito a chiare lettere anche nel corso dell'incontro con gli amministratori del Monregalese e del Cebano, andato in scena a Mondovì nel tardo pomeriggio di lunedì 11 novembre presso la stazione di valle della funicolare.
"Stiamo combattendo una battaglia che va portata avanti con i cittadini, verso i quali è indispensabile un'opera di sensibilizzazione - ha asserito il consigliere provinciale referente per il Monregalese Pietro Danna -. Serve una presa di coscienza comune. I nostri ragazzi si recano a scuola quotidianamente percorrendo strade inadeguate: una situazione non più accettabile".
"Ci hanno lasciato a metà del guado - ha aggiunto il consigliere Giorgio Lerda -. Il bilancio della Provincia è complesso, la riforma Delrio ha previsto il dimezzamento del personale provinciale e a Cuneo siamo scesi da 700 a 350 dipendenti. Così facendo, non abbiamo più il personale tecnico necessario per proseguire nelle progettazioni".
Eloquente, poi, il quadro economico della Provincia di Cuneo, illustrato dallo stesso Lerda: "Le entrate prevalenti provengono dalle tasse automobilistiche: si tratta di 49 milioni di euro, che di fatto vediamo solo transitare. Sul fronte dell'edilizia scolastica contiamo 72 edifici e 4 milioni di utenze: eppure, disponiamo di appena 500mila euro annui per la manutenzione. Le cose non migliorano nell'ambito della viabilità. Abbiamo 7,3 milioni di euro per lo sgombero neve e 1,2 milioni di euro per l'acquisto del sale da spargere. La manutenzione ordinaria delle carreggiate (sfalcio erba incluso), infine, poggia su una base economica di soli 2 milioni di euro, da spartire equamente fra i nostri quattro reparti".
DATI MONREGALESI
Per quanto concerne il reparto di Mondovì, composto da 845 chilometri di strade, 0,20 chilometri di galleria e 18 chilometri di ponti, il numero dei cantonieri è sceso da 56 a 25 nell'arco di tre lustri. La spesa di manutenzione è passata dai 7 milioni del 2005 ai 4 milioni del 2019 e a livello di spesa per le bitumature, tra il 2014 e il 2019 la Provincia ha eseguito interventi su appena 99 chilometri totali. Per quanto concerne i ponti del bacino del Po, e sconfinando dunque nel territorio di Langa, il finanziamento ministeriale dovrebbe premiare nella sua prima fase quello di Monchiero e, nella seconda tranche, quello di Clavesana.
ORDINE DEL GIORNO
Per risollevare le sorti delle Province italiane, a cominciare da quella di Cuneo, il presidente Federico Borgna e l'intero Consiglio hanno approvato un ordine del giorno avente quattro destinatari: Governo, Regione Piemonte, Unione delle Province Italiane e Parlamento. Un documento che sarà discusso e approvato al più presto in tutti i Consigli dei Comuni cuneesi e poi restituito alla Provincia: lo scopo, ça va sans dire, è quello di conferire nuova e ritrovata dignità agli enti provinciali e preservarne il futuro. Nota a margine: su esortazione del sindaco di Marsaglia, Franca Biglio, il presidente Borgna ha accettato di iscrivere l'ente provinciale all'ANPCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani), al fine di lanciare un segnale chiaro e inequivocabile nel contesto di una lotta apparentemente impari, ma con un finale ancora tutto da (ri)scrivere.