Concita De Gregorio tra gli ospiti di questa domenica a Scrittorincittà, nell’incontro al Cinema Monviso, dal titolo “La nostra eredità”.
La giornalista romana ha raccontato e letto estratti del suo libro dal titolo “In tempo di guerra”, dove il protagonista Marco si sente un soldato invisibile, senza un esercito, in una pace che è una guerra mascherata. Quella di chi, alla soglia dei 30 anni, non ha un lavoro, un progetto, dimenticato dalla politica, che da anni non si occupa più di questa generazione perduta.
“Tutto esprimono opinioni ma nessuno racconta i fatti. Siamo in un’epoca di bla bla bla. La difficoltà di stare fuori da questo è tanta. Ma nella mia rubrica su Repubblica ho scelto di dare spazio alle storie, alle lettere. Con queste persone che mi scrivono creo una relazione. E il mio libro nasce da questo, dalla storia di Marco, che mi aveva chiesto di ascoltarlo per una settimana. L’ho intervistato per due anni. È un libro in forma epistolare, c’è Marco, la sorella, nonno Adelmo. Ora è volontario del mondo pulito. Ci siamo scambiati tanto, io risposte non ne avevo per lui, se non la condivisione di ciò che sono”.
“Questo ragazzi decidono di andarsene all’estero, oppure si inabissano o si chiudono in una casa mentale”, ha continuato Concita De Gregorio. E ancora: “Il disinteresse dei giovani per la politica è una risposta al lo essere invisibili. Sono stati ignorati e se ne sono andati. La vera tragedia di questo paese è la fuga dei ragazzi”.