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Attualità | 30 dicembre 2020, 08:01

Pandemia e impianti chiusi: festività e vacanze di Natale surreali a Limone Piemonte

Seconde case praticamente tutte chiuse, mancano i liguri e i francesi. Il sindaco Riberi: "In paese si respira un'aria triste. Messi in sicurezza diversi impianti, ma manca la certezza di una data di riapertura"

Immagine di repertorio

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A Limone Piemonte, durante le festività Natalizie, la popolazione, normalmente di circa 1500 persone, arriva a superare le 40mila unità.

La stagione invernale, tra vacanze di Natale e Capodanno e settimane bianche, si traduce nella metà del fatturato di un anno per le attività e l'economia del paese.

Facile capire come in questo 2020 si possa parlare di disastro. Che si aggiunge a quello provocato dall'alluvione di inizio ottobre. Senza contare la beffa di piste già perfettamente imbiancate, come non si vedeva da anni.

A commentare il difficile periodo il sindaco Massimo Riberi, che evidenzia come il paese sia praticamente vuoto e le seconde case - circa 6000 - quasi tutte chiuse. "Mancano i liguri e i francesi. Si può andare nelle seconde case ma solo all'interno della regione. Per cui, chi non è potuto arrivare prima del 21 dicembre, non c'è. Il rispetto delle regole qui è massimo ed è un bene. Però è tutto molto triste".

Ristoranti e bar sono chiusi, come in tutta Italia. Lavorano solo con l'asporto e le consegne a domicilio, ma comunque molti sono aperti solo nelle giornate festive, perché di movimento ce n'è davvero poco. Chiusi anche molti alberghi. Quelli aperti sono praticamente vuoti. "In paese si respira un'aria triste e abbacchiata. Anche farsi gli auguri non è più lo stesso, nessuno si avvicina o si stringe la mano. E' un anno che speriamo tutti di dimenticare. Per Limone Piemonte è stato terribile".

Sulle piste e la riapertura il 7 gennaio al momento non ci sono notizie ufficiali. "Le voci non sono rassicuranti, ma per ora, per quanto ne so, resta valida la data del 7. Sono stati conclusi i lavori di messa in sicurezza della seggiovia Cabanaira e l’Ustif ha già dato il parere favorevole alla riapertura. Anche gli interventi alla Bottero sono conclusi, si attende solo il collaudo. L'unica cosa che manca è la certezza della riapertura".  

Proprio ieri il ministro Spadafora è intervenuto sul tema durante la trasmissione Agorà di Rai3. "Mi auguro che prima del 7 febbraio, quando ci guarderà tutto il mondo con l’inizio dei Mondiali di sci di Cortina, possano riaprire gli impianti e questo potrà essere un segnale importante. Il Cts non ha bocciato le linee guida delle Regioni, ha chiesto delle modifiche".

Sul 7 gennaio, nessuna parola.

Nei giorni scorsi le Regioni - per il Piemonte l'assessore allo Sport Fabrizio Ricca - hanno chiesto al governo tempi chiari e precisi. Questi sono alcuni stralci della lettera inviata. 

"Prendiamo atto della pubblicazione delle osservazioni del Comitato Tecnico Scientifico tra le quali si richiede una differenziazione delle regole della capienza tra zone gialle e arancioni. Siamo già al lavoro per portare in approvazione al più presto il protocollo rivisto, auspicando – almeno questa volta – in un velocissimo responso da parte del CTS. A quel punto si saprà come si potrà aprire, ma chiaramente non è sufficiente, serve anche una data di apertura. 

La montagna ha bisogno di tempi lunghi per potersi organizzare, non si può pensare di continuare a illudere imprese e lavoratori quando lo stesso CTS e vari esponenti politici hanno già ribadito più volte la volontà di non aprire gli impianti il 7 gennaio. Per questo motivo chiediamo con forza al Governo Conte una data di apertura certa!"

Per Limone Piemonte, ma non solo, la mancata riapertura a gennaio, ormai più che probabile, sarebbe un altro duro colpo. C'è solo da sperare in nevicate abbondanti, che prolunghino la stagione il più possibile. E nei ristori per tutto il comparto sciistico.

barbara simonelli

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