Sono al momento sparute, perlomeno nella nostra provincia, le adesioni a #IoApro1501, l’iniziativa di protesta partita nei giorni scorsi sulla rete e che secondo i suoi promotori avrebbe già coinvolto decine di migliaia di ristoratori in tutta Italia, uniti in un’azione di "disobbedienza gentile" rispetto alle restrizioni decise dal Governo.
La protesta dovrebbe partire dalla serata di questo venerdì, 15 gennaio. A indicarne le modalità un’anonima locandina dove sotto al titolo "Dpcm Autonomo" (ma l’acronimo ormai ben noto a tutti viene declinato negli improbabili definizione di "Decalogo Pratico Commercianti Motivati") si fa riferimento a un’apertura – nelle intenzioni destinata a proseguire nelle giornate e serate di sabato 16 e domenica 17 – decisa "per non chiudere più". Dopodiché si promette supporto legale alle attività e ai sostenitori in caso di sanzioni, probabili visto quanto previsto nei vari Dpcm (quelli di Conte, per capirsi), nell’attesa che quello in arrivo nelle prossime ore definisca il nuovo panorama della stretta dovuta al rimontare del Covid.
Nell’attesa di quel momento, la protesta corre attraverso chat su gruppi locali di Whatsapp e Telegram. Quelli attivi per il Piemonte rimandano anche a un sito (qui) al quale gli esercenti sono invitati a segnalare la propria intenzione di tenere aperto nonostante i divieti.
Scorrendo la decina appena di locali piemontesi che ad oggi hanno reso pubblica la propria partecipazione alla manifestazione si scopre che uno di questi è di Alba (la pizzeria "Papavero Rosso" di piazza Marconi), mentre l’unico altro locale della Granda si trova a Busca (il "Bar Vineria Osteria Belvedere da Bosio", in via Rossana).
Insomma, adesioni non proprio numerosissime, almeno per ora, mentre l’invito a sostenere la causa dei disobbedienti è contenuto in un video che Christian Asteggiano, titolare della pizzeria albese, ha postato su Facebook.
"Da venerdì apriremo perché non ce la facciamo più ad andare avanti – ha spiegato –. Gli aiuti che arrivano dallo Stato arrivano tardi e quando arrivano non sono sufficienti a coprire le spese. Sia noi che le famiglie dei nostri dipendenti non riusciamo ad andare avanti. Hanno calpestato tutti i nostri diritti. le multe sappiamo che si possono annullare, perché illegittime e anticostituzionali. Chiediamo a tutti di sostenerci".
Un appello che nella capitale delle Langhe è stato anche l’occasione per uno spunto di polemica politica. A ispirarla, il commento ("Bravissimo! Prenoto per 4 ore 20") pubblicato sotto lo stesso dalla capogruppo della Lega in Consiglio comunale Elena Alessandria.
Un intervento che non è evidentemente sfuggito alla consigliera di "Uniti per Alba" Anna Chiara Cavallotto: "Un locale albese annuncia su Facebook che il 15 gennaio aprirà in sfregio alle regole e alle forze dell'ordine e questo è il commento della consigliera comunale, capogruppo del partito che ha preso più voti alle amministrative. A questo punto chiedo al sindaco, che da sempre invita alla prudenza e alla responsabilità, se questa è la posizione dell’Amministrazione e qual è la sua. Perché francamente inizia a essere poco, pochissimo chiara".
A stretto giro, sempre tramite i social, la precisazione da parte di Alessandria: "Leggendo solo il titolo 'Venerdì 15 gennaio apro’, nella confusione totale dei giorni che cambiano colore frequentemente ed essendo questa una settimana gialla ed essendo venerdì 15 il mio compleanno, ho pensato che si potesse uscire a cena! Purtroppo non è così. Si tratta solo di un’apertura di protesta per le assurde restrizioni alle quali sono costrette alcune attività. Non sono d’accordo sulle scelte del Governo, ma ovviamente dovrò festeggiare il mio compleanno a casa con mio marito, così come ho fatto a Natale e Capodanno".
Infine il tema sanzioni. Guardando ai vari provvedimenti emessi finora in tema di contenimento del contagio, gli avventori sorpresi da un eventuale controllo in un ristorante aperto nonostante i divieti potrebbero anche cavarsela, a meno che non incorrano in altre specifiche violazioni, come ad esempio quelle relative a spostamenti, all’obbligo di mascherina o coprifuoco.
Decisamente più serio il quadro che si profila per gli esercenti, che oltre a 400 euro di multa (280 se pagata entro cinque giorni) rischiano la chiusura del locale da 5 a 30 giorni con provvedimento emesso dalla Prefettura o anche immediato, ad opera delle forze dell’ordine, se le circostanze lo richiedessero.