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Saluzzese | 15 febbraio 2021, 13:31

Caos sci, c’è amarezza anche a Rucas: “Decisione assurda: mina fiducia nelle Istituzioni”

Lo sconforto dei gestori, la rabbia di chi a Rucas lavora e le dure critiche del sindaco del paese: “Siamo di fronte ad una scelta paradossale nei tempi e nei metodi”. I ristori? “Una politica che non può funzionare ancora per molto: le risorse prima o poi finiscono. Lasciamo lavorare nel rispetto delle regole”

Gli operatori di Rucas fermi sulle piste desolatamente vuote, stamattina

Gli operatori di Rucas fermi sulle piste desolatamente vuote, stamattina

Anche a Bagnolo Piemonte c’è tanta rabbia per la beffa del nuovo “stop” agli impianti sciistici.     

Qui, a quota 1500 metri, ci sono le piste e gli impianti di Rucas, gestiti per l’appunto dalla Rucaski. Anche qui, come in tutto il Piemonte, da giorni la macchina organizzativa era in moto, per garantire l’apertura prevista proprio per oggi, garantendo standard di sicurezza e normative anti-Covid imposti dal Governo.

Il resto è ormai storia tristemente nota. Con l’annuncio poco prima delle 19 di ieri (a 12 ore dall’apertura degli impianti) che ha fatto saltare tutto, con una proroga “farsa” al 5 marzo.

I gestori della Rucaski sono amareggiati: “Stiamo ancora assimilando la notizia. – hanno scritto sulla loro pagina Facebook – Dopo giorni a lavorare senza sosta per essere pronti, è arrivata la notizia che non ci potevamo immaginare.

Siamo dispiaciuti nell’informarvi che non possiamo aprire gli impianti sciistici. Ci teniamo a ringraziare le centinaia di persone che in sole 24 ore hanno acquistato lo skipass online, alle quali nei prossimi giorni daremo aggiornamenti in merito”.

Toni aspri anche da parte di “Fulvio e Luca sport”, che proprio sul piazzale di Rucas si affacciano con un punto di noleggio articolo sportivi. “Questa è tutta gente che oggi doveva iniziare a lavorare. – il loro post Fb – Vergogna, vergogna, vergogna! Oltre agli investimenti che avete fatto fare per poter aprire, queste persone da oggi sono di nuovo a casa senza un soldo e senza una certezza.
Sono mesi che aspettano questa agognata giornata”.

Critiche al Governo ed al ministro della Salute speranza giungono anche dal sindaco del paese, Fabio Bruno Franco.

Che, “non essendo un esperto in materia”, non contesta “la decisione nel merito”.

Ma il metodo – ci dice - invece mi lascia esterrefatto: i dati dei contagi si conoscono almeno da giovedì, perché aspettare la domenica sera per prendere una decisione così importante?"-

"Siamo di fronte ad una scelta paradossale nei tempi e nei metodi. Così si mina la fiducia che le persone ripongono nelle Istituzioni: dopo settimane di lavoro, non si può scoprire a 12 ore dall’apertura che si deve invece rimanere chiusi.

È assurdo”.

Il primo cittadino bagnolese contesta anche il rinvio dell’“open season” al 5 marzo: “Nelle nostre stazioni equivale a dire chiusura definitiva. – dice – Le nostre sono piccole realtà dove il distanziamento si riesce a rispettare facilmente.

Il comparto chiede di lavorare in sicurezza, ma di lavorare! Le nostre stazioni hanno una clientela di famiglie e bambini, non abbiamo i rischi di assestamento delle grandi realtà”.

E ora? I ristori? “Una politica che non può funzionare ancora per molto – aggiunge Bruno Franco –: le risorse prima o poi finiscono, bisogna lasciare lavorare le persone nel rispetto delle regole. E, ovviamente, sanzionare chi non le rispetta”.

Nicolò Bertola

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