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Attualità | 12 marzo 2021, 10:35

Copertine e berretti fatti a mano per i bimbi e i malati di Verduno: 800 quelli donati all’ospedale dalle volontarie di Scaldacuore [FOTO]

Partita da Langhe e Roero un’iniziativa di solidarietà che ha coinvolto più di 4mila donne da tutta Italia, impegnate nella confezione di capi già arrivati in otto ospedali di Piemonte e Lombardia

Ieri la consegna degli oltre 800 capi destinati all'ospedale di Verduno (Foto di Barbara Guazzone)

Ieri la consegna degli oltre 800 capi destinati all'ospedale di Verduno (Foto di Barbara Guazzone)

C’è una doppia passione tra gli ingredienti del progetto di solidarietà presentato ieri nel nuovo ospedale di Langhe e Roero. La prima è quella per il mondo del rally, sport verace, autentico, fatto prima di tutto di amicizie, momenti di goliardia e semplicità. La seconda è quella per il prossimo, la disponibilità a mettersi in gioco per aiutare le persone più fragili, chi ha o può avere bisogno. E’ sulla sporta di queste spinte che ha preso vita "Scaldacuore”, iniziativa che l’associazione sportiva Pleiadi Asd Club Subaru di Govone sta promuovendo grazie all’impegno di Paola Parazzoli e dell’amica neivese Silvia Dellapiana, titolare di "Creare Ricami". E’ da loro che ha preso forma un progetto che ha ormai assunto un respiro che va ben oltre i nostri confini, come spiegato ieri negli spazi del "Michele e Pietro Ferrero" di Verduno.

“La cosa bella della mascherina è che vedi gli occhi delle persone – ha spiegato Paola Parazzoli – e impari a leggerli. Quando sono entrata in oncologia e ho visitato la sala della chemioterapia ho visto gli occhi delle persone. E’ lì che mi sono ricordata di una copertina che mi era stata data sette anni prima nella pediatria dell’ospedale di Alba, alla nascita della mia prima figlia, prematura. In quel momento mi sono detta che questo sarebbe stato il mio progetto. La copertina era semplicissima, fatta probabilmente di lana recuperata, quella che per noi vale oro. Avevo un profilo social con quasi 5mila iscritti, così ho pensato di fare un post, non sapendo se avrebbe risposto qualcuno e chi lo avrebbe fatto. Mi hanno risposto 4.500 donne da tutta Italia. Bambine che, da Levice, con il telaio, hanno iniziato a fare copertine. Donne che da una casa circondariale hanno iniziato a fare copertine con l’uncinetto. Nonne che hanno realizzato scialli per i nonni: ancor prima delle 'stanze degli abbracci', noi li abbiamo abbracciati coi nostri scialli”.

Grazie al progetto “Scaldacuore 2020” sono state donate oltre 8mila copertine a otto ospedali, sette in Piemonte e uno in Lombardia. Ma non solo copertine per la neuropsichiatria infantile, cappelli per le donne dei reparti oncologici, sacchi nanna per i neonati, che sono un abbraccio come quello della mamma. Sul suo profilo social, Paola Parazzoli scrive: “Non chiedeteci perché lo facciamo. Chiedetevi perché non lo fate anche voi”. Parole schiette, dirette, di chi evidentemente agisce prima di tutto con il cuore.

“È un progetto fantastico, nato veramente dal nulla –
dice Silvia Dellapiana –. Credevamo che saremmo rimaste in poche, a portarlo avanti. Invece non avete idea di quante donne si sono unite a noi, gruppi di persone che nemmeno conosciamo, ma unite dalla voglia di donare. Questa è una cosa meravigliosa”.

Alla donazione svoltasi ieri al “Ferrero” hanno partecipato i vertici dell’Asl Cn2, col direttore generale Massimo Veglio e il responsabile sanitario Mario Traina, insieme alla dottoressa Cinzia Ortega, direttrice dell’Oncologia, al nuovo responsabile della Pediatria dottor Alessandro Vigo e alla dottoressa Elisa Colombi, referente della struttura semplice dipartimentale di Neuropsichiatria Infantile.

Nei loro interventi hanno ringraziato per la donazione, che ha visto arrivare a Verduno 65 sacchi nanna corredati di babbucce e cuffiette, 55 coperte per la neuropsichiatria infantile, 110 pile e borse e 200 cappelli per l’oncologia, 300 copertine in pile per i bimbi della pediatria.

Alla cerimonia era presente anche la dottoressa Maria Cristina Frigeri, direttrice di presidio dell’ospedale, che, nel ringraziare i presenti, ha sottolineato “quanto il progetto sia una bellissima iniziativa di per sé, ma anche un bel messaggio, in un momento come questo, nel quale sarebbe bene rimanere il più possibile in casa. Ci dimostra che pur non uscendo si può fare qualcosa di utile e bello per gli altri”.

Per il progetto “Scaldacuore” non viene fatta nessuna richiesta di denaro. L’unica richiesta che le sue promotrici fanno ai privati, là dove possibile, riguarda la donazione dei materiai utili a poterlo portare avanti (è sufficiente un gomitolo di lana o di cotone) e che se ne parli, perché più persone ne verranno a conoscenza dell’iniziativa e più possibilità ci saranno di poterla proseguire.
Per contribuire o avere informazioni, si può entrare in contatto direttamente con Paola Parazzoli attraverso Facebook: @paola.parazzoli.98.


Andrea Olimpi

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