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Attualità | 05 giugno 2021, 18:43

Il titolare della Fratelli Martini di Cossano Belbo: "Per me ora conta stare vicino alle famiglie, colpite così duramente, come tutti noi"

Gianni Martini: "Sono certo che Messa abbia tentato di salvare Lovisi agendo come un padre di famiglia, senza nemmeno valutare i rischi, che conosceva bene. Semplicemente ha agito, di istinto. E così sono morti in due"

Il titolare della Fratelli Martini di Cossano Belbo: "Per me ora conta stare vicino alle famiglie, colpite così duramente, come tutti noi"

E' nelle parole e nella voce di Gianni Martini, titolare della Fratelli Martini di Cossano Belbo, che si coglie davvero la portata di quanto accaduto ieri in quello stabilimento vinicolo ad altissima tecnologia, dove tutto viene comandato a distanza e dove gli investimenti in sicurezza sono stati, negli anni, tantissimi.

Inspiegabile per Martini, di rientro dalla Germania, ciò che è accaduto a due dei suoi più esperti dipendenti, il cantiniere Gerardo Lovisi, 45 anni di Nizza Monferrato (Asti) e Gianni Messa, 58 anni, di Pocapaglia, ingegnere e direttore della sicurezza dello stabilimento, oltre che consigliere comunale a Pocapaglia.

Il cantiniere Lovisi si è sporto da una porticina laterale dentro una della autoclavi del reparto imbottigliamento. In acciaio, comandabile a distanza, autopulente. La porticina è comunque ad 1,7 metri di altezza, non di facile accesso.

Era vuota in quel momento. Forse l'uomo doveva recuperare un oggetto, qualcosa che gli era caduto. E' svenuto. Messa ha provato a salvarlo, ma anche lui ha perso i sensi ed è deceduto.

"Per me la cosa più importante, ora, è stare vicino a queste due famiglie così duramente colpite. Noi possiamo solo cercare di ripartire. Ma il dolore è immenso. La mia azienda esiste dal 1947, siamo alla terza generazione e non c'è mai stato un incidente", commenta con la voce rotta il titolare, evidenziando come la maggior parte dei sistemi di sicurezza implementati negli ultimi anni fossero proprio stati suggeriti e progettati da Messa, a cui era sempre stata data carta bianca.

"Era con me da anni, un amico. Questo stabilimento modello lo abbiamo creato insieme. Non posso credere a quello che è successo. Le indagini accerteranno l'accaduto, ma posso solo dire che sono certo che Messa abbia tentato di salvare Lovisi agendo come un padre di famiglia, senza nemmeno valutare i rischi, che conosceva bene. Semplicemente ha agito, di istinto. E così sono morti in due", continua.

"Non ho dormito la scorsa notte, continuavo a pensare che non poteva essere vero. Nella mia azienda la sicurezza è sempre stata uno degli obiettivi principali. Quando sento parlare di cisterne mi chiedo se qualcuno abbia idea della tecnologia che c'è in quello stabilimento. Tecnologia che entrambi, Lovisi e Messa, conoscevano bene. Esperti, capaci. Non riesco davvero a capacitarmi di come possa essere successa una cosa del genere. Ora dobbiamo fare chiarezza e poi ripartire. Ma la priorità sono le famiglie dei miei due uomini, adesso conta solo questo".

barbara simonelli

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