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Attualità | 02 settembre 2021, 13:04

"Quella di Lauria sul green pass? Una provocazione incoerente." Dalla "lotta alle mosche" di Mussolini all'obbligo vaccinale imposto dai Kamaraden

Riceviamo e pubblichiamo la nota del già presidente dell'Istituto Storico della Resistenza Livio Berardo in risposta alle ultime dichiarazioni del consigliere cuneese tra i portavoce della protesta contro il green pass

"Quella di Lauria sul green pass? Una provocazione incoerente." Dalla "lotta alle mosche" di Mussolini all'obbligo vaccinale imposto dai Kamaraden

Il consigliere comunale di Cuneo "Beppe" Lauria non si è vaccinato e non intende farlo: gli sarà quindi impedito di prendere parte ai consigli comunali e alle commissioni?

E' questa la domanda che il consigliere stesso consegna a un'interpellanza presentata al consiglio comunale, nella quale esprime assoluta solidarietà a chiunque si trovi in situazione di difficoltà data la propria libera scelta di non sottoporsi al vaccino anti-Covid. 

A questa interpellanza replica Livio Berardo, già presidente dell'Istituto Storico della Resistenza. Pubblichiamo la sua circostanziata riflessione.

 

Beppe Lauria provoca il Consiglio comunale di Cuneo, presentando un’interrogazione con cui chiede se, refrattario com’è al vaccino e al green pass, lo faranno ancora entrare nella sala delle riunioni e partecipare ai dibattiti.
Gli risponderanno, immagino, che tutti i consiglieri in regola con le norme sanitarie hanno libero accesso alle riunioni in presenza, chi come lui non ha rispetto per la sicurezza altrui (oltreché per la propria) potrà seguire i lavori a distanza.
Non sappiamo se Lauria creda a quel che dice, quando gira la provincia ad eccitare le pulsioni più oscurantiste di una parte dei cittadini o se il suo sia un bieco calcolo elettoralistico. Sono invece certe le sue nostalgie per il ventennio nero e per i venti mesi salotini. Come concili le sue invettive contro l’odierna, presunta “dittatura sanitaria” e le campagne per “l’igiene della razza” del suo amato regime (Mussolini scatenò persino una battaglia contro le mosche, portatrici di malattie) è questione che mette a dura prova i cardini della logica.

Se poi Lauria entrasse nell’Archivio storico del suo comune e leggesse le disposizioni dei Kamaraden nazisti di fronte all’epidemia di tifo dell’estate 1944 (obbligo di vaccinazione, sanzioni terribili per i trasgressori), magari si convincerebbe, se non a cambiare posizione sull’odierna pandemia, che tutto sommato è meglio che la guerra sia stata vinta da Alleati e partigiani.

Così oggi lui può sbraitare quanto vuole senza finire davanti a un plotone di esecuzione.


Livio Berardo

redazione

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