"E' incredibile, siete così calorosi e accoglienti. Siamo contentissimi di essere qui, grazie davvero di tutto": sono queste le parole - pronunciate in lingua ucraina e successivamente tradotte in inglese, a voce o con l'uso del traduttore automatico di Google - che più rieccheggiano nelle stanze dell'appartamento al quarto piano dello stabile di via Meucci, 3, a Cuneo. Dove dal pomeriggio di oggi (martedì 22 marzo) hanno trovato ospitalità grazie all'intervento della Caritas i membri di due famiglie di profughi di Kiev e Kharkiv.
Sono in totale otto persone, tre adulti - di cui due donne e un uomo, un ex direttore di teatro a Kharkiv che sogna di camminare sulle montagne del cuneese - , due adolescenti e tra bambini (le piccole Sasha, Masha e l'ancor più piccolo Nikita). Il marito di una delle due donne non c'è, è rimasto a combattere in Ucraina.
Arrivati a Caselle nella notte scorsa direttamente da Cracovia, sono stati poi trasportati a Cuneo in pullman. Nella mattinata di oggi il passaggio al punto .MEET per la presa in carico da parte del sistema di accoglienza, quindi nel pomeriggio l'entrata in casa. Un momento di grande commozione in cui il senso di pace e di liberazione l'ha fatta da padrone: le quattro camere di cui si compone l'alloggio messo a disposizione dalla Caritas si sono presentate piene di scritte di benvenuto in lingua ucraina. Sopra ogni letto, i nomi degli ospiti.
Cristina Graci, una delle volontarie coinvolte nell'accoglienza, racconta il grande lavoro realizzato in soli dieci giorni di tempo per rendere l'appartamento - prima completamente vuoto - sufficientemente confortevole: "Noi abbiamo allestito e pulito tutto, ma ogni singolo elemento di arredo è stato donato per l'occasione. Una spinta che arriva dal cuore, e che punta a regalare a queste due famiglie, finalmente, un po' di serenità".
A raccontarci il percorso realizzato dalle due famiglie è Beppe Carlevaris, presidente di Conitours e Visit Piemonte, direttamente coinvolto nell'attività di recupero e sistemazione dei profughi com'era stato anche per quelli ospitati nelle scorse settimane a Limone Piemonte: "Abbiamo stretti rapporti con realtà parrocchiali in Polonia, che ci hanno chiesto di trovare una sistemazione urgente a queste due famiglie. Non avevamo tempo di organizzare un viaggio in bus quindi abbiamo direttamente prenotato un volo Cracovia-Torino e li abbiamo portati fin qui".
"La situazione dei profughi ucraini in Polonia è cambiata nel giro di questa settimana - prosegue Carlevaris - : i centri di accoglienza stanno scoppiando per l'afflusso continuo di profughi e hanno imposto diverse restrizioni al recupero delle persone e alla solidarietà di chi intende muoversi per andare a prenderli a causa di alcune falle nel sistema di registrazione e di 'smaltimento'. I centri hanno 15 o 20mila persone, cheperò non si muovono più con la velocità di prima".
"La solidarietà italiana è incredibile, molte famiglie hanno messo a disposizione appartamenti e risorse - continua il presidente di Conitours e Visitpiemonte - . Serve però gestire l'accoglienza a lungo termine, non solo l'emergenza, garantire l'integrazione dei profughi. E questo si può fare soltanto affidandosi all'importante rete di organizzazioni e cooperative strutturate, senza improvvisare nulla per quanto in buona fede".