L'ultimo avvistamento alle 5.30 di lunedì 4 luglio in via Cuneo a Borgo San Dalmazzo. La pecora che mercoledì 29 giugno è scappata da un macello è stata immortalata da un utente sul gruppo facebook “Sei di Borgo San Dalmazzo se”.
Tutti la cercano e la inseguono ma nessuno riesce a prenderla.
Sui social sono scattate anche molte petizioni per salvarla dal suo destino. Come quella del centro recupero ricci “La ninna” di Novello: “Cerchiamo il propietario della pecora che cinque giorni fa, mentre veniva trasportata al macello insieme ad altre quattro, è riuscita a fuggire e ora sta lottando per la sua libertà e per la vita. Non vogliamo che la uccidano, chi ha notizie del proprietario ci contatti, sono disposto personalmente a corrispondere il valore dell'animale, anche se la vita non ha prezzo per me, pur di salvarla, se lo merita! Poi la affidiamo a qualche santuario aiutando con le spese di mantenimento. Dateci una mano a rintracciare il propietario e a fare pressione sul macellatore affinché la creatura venga salvata”.
Anche l'associazione Meta (Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente) si mobilita: "Abbiamo contattato le istituzioni di Borgo San Dalmazzo e chiesto l'aiuto del sindaco Roberta Robbione, ci auguriamo che per l'animale possa esserci un lieto fine, un lieto fine che renderebbe onore all'intera città e sarebbe inoltre un segno di luce e speranza per tutti. Lasciamola vivere, si è guadagnata la sua libertà e il diritto di poter vivere".
L'animale, un agnello ovino da macello, era stato portato dall'allevatore insieme ad altri tre esemplari per essere abbattutto da Pedona Carni. L'azienda ha attivato tutte le procedure: “Abbiamo avvisato i carabinieri e i veterinari dell'Asl. La pecora è innocua ma molto spaventata. Da giorni abbiamo il telefono intasato dalle telefonate di rifugi per animali. Tanti si fanno presenti per poterla adottare. Speriamo che si risolva tutto al più presto. A noi dispiace ma facciamo il nostro lavoro. Il suo destino sarà deciso dall'allevatore, sulla cui identità, per privacy, manteniamo il massimo riserbo. Sarà lui a decidere. Noi non abbiamo diritto di parola”.