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Attualità | 07 luglio 2022, 18:48

Le nozze in ospedale e poi il miracolo: "Il cuore di quel giovane di Napoli ha ridonato la vita a Maurizio"

Silvia Duca ha deciso di raccontare la storia del marito trapiantato per sensibilizzare sull’importanza della donazione degli organi, un gesto che ha salvato la vita al 47enne geometra di Alba

Immagini felici di Maurizio Calorio e Silvia Duca: presto la coppia potrà rivivere la normalità

Immagini felici di Maurizio Calorio e Silvia Duca: presto la coppia potrà rivivere la normalità

Una vita che finisce ma che permette a un’altra di continuare, grazie a un gesto di altruismo che dovrebbe diventare più consueto: la donazione degli organi.

Una scelta da parte di una persona sconosciuta che ha regalato una nuova esistenza a Maurizio Calorio, 47enne di Alba, geometra al Comune di Guarene, da pochi giorni sposato con Silvia Duca, 42 anni, anche lei albese, tecnico di laboratorio all'ospedale di Verduno, e padre della piccola Sofia, nata il 15 aprile scorso. Ora l’uomo potrà riabbracciare moglie e figlia, un gesto d’amore non scontato e che fino al 23 giugno sembrava quasi impossibile.

Infatti, nella notte, dopo aver sposato la sua Silvia in una cerimonia toccante, celebrata nel reparto di terapia intensiva di cardiochirurgia alle Molinette di Torino (leggi articolo), è arrivata la notizia della compatibilità con un cuore nuovo che adesso batte nel petto di Maurizio e che gli sta permettendo di tornare pian piano alla normalità.

Da quel tragico 3 giugno è passato più di un mese e la moglie Silvia Duca ha risposto al nostro invito di raccontare come la luce sia tornata dopo questo inaspettato periodo di buio: «Ho deciso di raccontare la storia di Maurizio perché sia da esempio per far riflettere sulla fondamentale importanza di diventare donatori di organi. Un argomento di cui si parla poco, ma che può salvare vite, in un gesto di grande altruismo. Si pensa sempre sul perché dare il consenso all’espianto degli organi, ma bisognerebbe prendere questa decisione con gioia. Non smetterò mai di ringraziare il giovane di Napoli che, donatore di organi, ha permesso di ridonare la vita a Maurizio. Ora una parte di quello sconosciuto continua a vivere».

Un incubo a lieto fine, iniziato durante la pausa pranzo di venerdì 3 giugno: «Un giorno che non dimenticherò mai - continua Silvia - e da cui è iniziato l’incubo. Durante il pranzo Maurizio ha iniziato ad avvertire male al petto, sudore freddo e disorientamento in modo repentino e improvviso. Ho chiamato il 118 e, dall’ECG, si è subito capito che era in corso un infarto. Mio marito è stato portato dapprima all’ospedale di Verduno con la medicalizzata e, dopo le prime cure, è stato trasferito alle Molinette di Torino perché la situazione era peggiorata.

L’infarto era esteso: tutto il ventricolo sinistro bloccato, come parte del destro. I medici di Torino sono intervenuti con tempestività e hanno messo a riposo cuore e polmoni collegando Maurizio all’Ecmo.


I giorni passano tra esami e diagnosi varie ma la situazione è grave e si decide di inserirlo nella lista delle persone in attesa di trapianto, che è l’unica soluzione per permettere a mio marito di continuare a vivere».

E quando la speranza sembra venire bene, ecco che la situazione cambia in sole 12 ore, come racconta Silvia: «Maurizio mi ha chiesto di sposarlo, in un grande gesto d’amore, e il 23 giugno abbiamo celebrato il matrimonio in terapia intensiva. Un’emozione che non dimenticherò mai. Durante la notte sono stata contattata: era disponibile un cuore compatibile. Una notizia che mi ha riempita di gioia. E così nella notte Maurizio è stato trapiantato: un vero e proprio miracolo, la luce che ha vinto sulle tenebre in cui eravamo piombati».

Dall’operazione i miglioramenti di Maurizio sono costanti: «Attualmente mio marito si trova in reparto di cardiochirurgia, è vigile, attento e interagisce. Per ora riesce a stare qualche minuto seduto e il decorso è regolare. Una volta dimesso dovrà poi affrontare un percorso di riabilitazione in un centro specialistico. Tutto sta andando bene», continua Silvia.

«Un miracolo che è stato gestito in modo eccellente dal reparto di cardiochirurgia delle Molinette di Torino del primario professore Mauro Rinaldi che, con la sua équipe, col professor Massimo Boffini che ha eseguito il trapianto, con l’aiuto della dottoressa Erika Simonato e del dottor Matteo Marro e degli anestesisti dottori Andrea Costamagna e Daniele Ferrero, sono stati gli angeli che hanno dato una nuova possibilità a Maurizio. Tutti si sono dimostrati eccellenti a livello professionale e umano, prendendosi cura di mio marito.

Ringrazio anche la dottoressa Anna Trompeo, coordinatrice del reparto di Terapia Intensiva post-cardiochirurgica, per come si è impegnata nella procedura del matrimonio. Ora possiamo sorridere e siamo contenti, il primario ci ha confermato che tutto sta andando bene. Abbiamo ricominciato a vivere»
, conclude Silvia Duca con un tono di voce rilassato e un sorriso che possiamo immaginare liberatorio. Il peggio è passato, bentornato Maurizio.

Livio Oggero

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