Se nel 2021 l’indennità mensile di un primo cittadino della provincia di Cuneo si aggirava mediamente su poco meno di 1.800 euro, rigorosamente lordi, nel 2024 arriverà alla soglia di quasi 2.500 euro.
Basterebbe questa estrema semplificazione per prestare il fianco alle proteste di marca populista di chi è abituato a guardare alla politica come alla causa di tutti i mali, come se questa fosse un elemento avulso da ciò che il Paese, nel bene e nel male, esprime e rappresenta ai suoi vari livelli.
Come spesso accade le cose sono più articolate di come appaiano a un primo sguardo, e così in questo caso, dove l’adeguamento alle indennità degli amministratori locali è stato deciso dal Governo e inserito nell’ultima legge di bilancio sulla scorta di un dibattito annoso e oggettivamente caratterizzato da tanti diversi argomenti.
Il principale dei quali riguarda la necessità di aggiornare i compensi di chi – siano essi sindaci, assessori o consiglieri – si presta quasi sempre a un impegno molto spesso totalizzante e che comporta pesanti rinunce sotto il profilo professionale, prevedendo al contempo il corollario di non trascurabili responsabilità penali e civili.
L'ULTIMA NORMA DEI COMPENSI 'VECCHIA' DI VENT'ANNI
L’ultima norma che regolava le indennità era datata 2000 (decreto del Ministero dell’Interno 119/2000) con qualche modifica, ma non così sostanziale nel 2006 e nel 2019 (quest’ultima riguardava solo i Comuni sotto i 3mila abitanti).
Molto chiara la principale motivazione addotta tra i fautori della modifica nel timido dibattito che ne ha accompagnato il varo: sindaci e amministratori locali ricoprono ruoli di responsabilità (come quello di autorità sanitaria e di pubblica sicurezza) senza al contempo disporre delle stesse tutele giuridiche di parlamentari e membri del Governo.
Anche questi ultimi votati dai cittadini, ma il cui ruolo, necessario specificare, è quello di legislatori e non di amministratori.
SCATTI AL 45% GIA' DAL 2022
Fatta questa premessa è utile sapere che l’aumento dell’indennità sarà applicata al 45% nel 2022 e al 68% nel 2023 ed entrerà totalmente a regime nel 2024. Il calcolo è stato applicato uguagliando il trattamento economico ricevuto da un presidente della Regione (13.800 euro lordi mensili) a quello del sindaci metropolitani (come ad esempio Torino).
IL CALCOLO SULLO STIPENDIO DEL PRESIDENTE DI REGIONE
Mentre un sindaco di un capoluogo di regione (come ad esempio Ancona, che non è città metropolitana) o di un Comune capoluogo di provincia che supera i 100mila abitanti sarà calcolato sull’80% del trattamento economico di un presidente della Regione. Il calcolo per Cuneo, per esempio, essendo un capoluogo di provincia ma sotto i 100 mila abitanti, è del 70% di 13.800 euro. Percentuale che si riduce fino ad arrivare a un compenso del 16% rispetto a un presidente di Regione per un sindaco di un Comune sotto i 3.000 abitanti.
IN GRANDA 247 COMUNI: L'80% NON SUPERA I 3.000 ABITANTI
Il meccanismo, che in prima istanza può sembrare complicato, fa notare come ci sia una differenza (come d’altronde c’è sempre stata) di indennità rispetto al numero di abitanti della comunità che si amministra. Un dato che ulteriormente attesta come la frase di apertura sia nei fatti una semplificazione in quanto il calcolo è stato fatto facendo una media su 247 realtà che sono differentemente popolate. La provincia Granda è costituita perlopiù da centri che hanno meno di 3.000 abitanti. Anzi: l’aumento delle indennità in provincia di Cuneo si attesta al di sotto del 40%, mentre la media nazionale sfiora il 50%. Ma vediamo con ordine, come saranno adeguati nei prossimi anni gli stipendi dei primi cittadini.
CUNEO ‘GODE’ DEL SUO STATUS DI CAPOLUOGO
Come detto il compenso del sindaco della città Cuneo, capoluogo di provincia che supera di poco i 50mila abitanti, si calcolerà sul 70% della base fissata sullo stipendio del presidente della Regione e dei sindaci metropolitani (13.800 euro). Nei prossimi anni lo stipendio del suo primo cittadino aumenterà dai 4.596,46 euro lordi del 2021 per attestarsi, dopo diversi ‘scatti’, a 9.660 euro lordi nel 2024. La ‘percentualizzazione’ rispetto al livello di responsabilità di un Comune capoluogo ha destato qualche contestazione sul metodo, anche se questo riguarda solo casi rari e specifici. Come l’esempio del Comune di Giugliano in Campania, provincia di Napoli. Il sindaco di quella città (oltre 120mila abitanti) reperirà uno stipendio inferiore di 3mila euro lordi al mese rispetto al sindaco cuneese che amministra una città ‘grande’ meno della metà, ma capoluogo di provincia.
DA ALBA A BRIGA ALTA: LO STIPENDIO SULLA BASE DEGLI ABITANTI
Tra i Comuni non capoluogo e sopra i 30 mila abitanti in provincia di Cuneo da segnalare c’è solamente la capitale della Langhe, Alba. La percentuale di indennità si abbassa al 35%. Qui il sindaco passerà dai 3.114,23 euro lordi mensili del 2021 a 4.839 euro lordi nel 2024.
Nel blocco tra i 30 mila e i 10 mila abitanti compaiono tutte le rimanenti sette sorelle (nell’ordine Bra, Fossano, Mondovì, Savigliano e Saluzzo) con l’aggiunta di Borgo San Dalmazzo e Busca. Qui l’indennità del sindaco passerà dai 2.788,87 euro lordi del 2021 a 4.140 euro lordi nel 2024. La percentuale di indennità si abbassa per questi centri al 30% del ‘tetto’ dei 13.800 lordi.
Percentuale che scende al 29% nei centri dai 5mila ai 10 mila, che in provincia di Cuneo sono sedici. Da Boves (9.600 abitanti) a Cervasca (5.150). Il primo cittadino passerà con i vari scatti da un compenso di 2.509,98 euro lordi del 2021 a 4.002 nel 2024.
Mentre tra i centri tra i 3mila e i 5mila residenti lo stipendio del sindaco è fissato al 22% di 13.800 euro lordi. Passeranno quindi a percepire dai 1.952,21 euro lordi del 2021 ai 3.036 nel 2024. In questa condizione nella nostra provincia sono ventuno centri. Da Montà (4.660 abitanti) a Sanfrè (3.040).
Sotto i 3mila abitanti, si diceva, figura la maggior parte dei Comuni della nostra provincia. Da Santa Vittoria d’Alba (2.880 cittadini) a Briga Alta (appena 39 residenti), in totale sono duecento e uno. La percentuale, come detto, si abbassa al 16%, ma stabilisce comunque un sostanziale aumento nei compensi dei primi cittadini. Si passa dai 1.659,38 euro lordi del 2021 ai 2.208 del 2024.
COME CAMBIANO GLI STIPENDI DEL VICESINDACO
Ma l’aumento dei compensi non riguarda solo i sindaci, ma anche tutti i membri della Giunta e (lo vedremo più avanti) del Consiglio. In particolare la norma resta regolata secondo più parametri della legge del 2000 che valuta i compensi percentualizzati, a seconda degli abitanti, rispetto allo stipendio base del primo cittadino. Lo stipendio del vicesindaco a Cuneo (Comune sopra i 50mila) è fissato al 75% di quello sindaco. Quindi passerà dai 3.447 lordi del 2021 ai 7.245 nel 2024. Non entriamo nel merito di ciascun caso, ma basti sapere che l’indennità del vicesindaco scende al 55% del sindaco nei Comuni dai 10mila ai 50mila abitanti. Al 50% dai 5.000 ai 10.000 abitanti. Al 20% nei centri dai 1.000 ai 5.000 residenti. Al 15% sotto i mille abitanti.
COME CAMBIANO GLI STIPENDI DEGLI ASSESSORI
Anche il compenso degli assessori si basa sul decreto ministeriale 119 del 2000. Quindi sulla base degli abitanti, ma questa volta con platee più ampie. Se per un centro sotto i mille abitanti (e in provincia di Cuneo sono più della metà) lo stipendio di un assessore è fissato al 10% del compenso del sindaco, la percentuale sale al 15% nei centri tra i mille e i 5mila abitanti. Dai 5mila ai 50mila la percentuale al 45%. Per esempio un assessore a Cervasca potrà guadagnare 1.800 euro lordi nel 2024, contro i 455 euro lordi di Montà. Questo per una differenza di una manciata di abitanti.
COME CAMBIANO GLI STIPENDI DEI PRESIDENTI DEL CONSIGLIO
Anche il presidente del consiglio avrà il suo ‘aumento’, come tutti. In questo caso è parametrato al 5% di quello del sindaco nei centri sotto i mille abitanti. Al 10% fino a 15mila, mentre sarà pari all’assessore (quindi al 45%) sopra i 15mila. Anche qui un piccolo esempio: il ruolo del presidente dell’assise comunale a Saluzzo (16mila abitanti) verrà retribuito nel 2024 con circa 1.800 euro lordi. Mentre a Borgo San Dalmazzo (12.400) appena 414 euro lordi.
VARIANO I ‘TETTI’ ANCHE PER I CONSIGLIERI
Per i consiglieri non si può parlare di aumento di stipendi, in quanto per i partecipanti all’assise comunale eletti dai cittadini non è previsto un compenso, ma un gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni comunali. Sui consiglieri la legge di bilancio per il 2022 non entra nello specifico. Ma si rimanda al Testo unico degli enti locali (TUEL) che fissa il tetto del compenso massimo per un consigliere al 25% di quello del sindaco.
Quindi anche i tetti essendo parametrati sul salario del primo cittadino varieranno dal 2024 nel seguente modo.
Nel capoluogo il tetto massimo passa dai 1.149,12 euro lordi ai 2.415 nel 2024. Ad Alba da 778,56 a 1.207 nel 2024. Nei centri tra i 30 mila e i 10 mila abitanti si passa 697,22 euro a 1.035 euro lordi nel 2024. Tra i 10mila e i 5mila residenti il tetto che era fissato per i consiglieri fino al 2021 passerà da 627,50 a poco più di 1.000 euro lordi. Tra i 5mila e i 3mila abitanti il tetto passa dai 488 euro lordi del 2021 ai 759 euro lordi dal 2024. Negli oltre duecento centri sotto i 3mila abitanti il tetto per i consiglieri passa da 414 euro lordi del 2021 ai 552 euro lordi del 2024.