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Sanità | 02 novembre 2022, 13:27

Il grande progetto di un "Centro per le cure palliative" nel cuore di Cuneo

E' stato presentato stamattina presso la sede di Adas, fondazione che da 30 anni si occupa di assistenza ai malati. Servono milioni di euro per realizzarlo. E serve il sostegno delle Fondazioni bancarie, dei cittadini e delle imprese del territorio

Il grande progetto di un "Centro per le cure palliative" nel cuore di Cuneo

Un progetto bellissimo, in ogni senso.

Quello della creazione di un centro di cure palliative e di un hospice in una delle porzioni di edificio con ingresso dal Rondò Garibaldi, di proprietà della Congregazione delle Suore di S. Giuseppe di Cuneo.

Già due anni la congregazione mise a disposizione di Adas, gratuitamente, i locali per ospitare la sede della fondazione. Ora un passo in più: la concessione in comodato gratuito, per 40 anni, anche dei piani superiori di quell'ala dell'edificio.

"La Congregazione apprezza e idealmente questo sogno della Fondazione ADAS. Con la concessione in comodato di parte di immobile di sua proprietà, finalizzato alla realizzazione dell'hospice, sente importante contribuire a dare una risposta concreta a uno dei bisogni emergenti del territorio. A offrire un luogo adeguato e specializzato in cui sia garantita ai malati la migliore qualità e dignità di vita possibile e ai familiari il necessario supporto": così la Congregazione.

Il progetto di Adas è stato messo su carta da Cout Architettura e Obr di Milano, che stamattina hanno presentato alla stampa lo studio di fattibilità di quello che potrebbe diventare un centro di riferimento per il territorio dell'Asl CN1, non solo per fornire cure che migliorino la vita dei malati, palliative appunto, ma anche per mettere a disposizione dei posti letto per il fine vita. Di concerto con la Sanità pubblica e in particolare con l'Asl CN1.

Adas, fondazione privata non a scopo di lucro, si occupa di questo da 30 anni. La nuova sede ha permesso di progettare più in grande, con una possibilità di realizzazione che potrebbe concretizzarsi a metà del 2024.

Resta il nodo finanziario, per il quale sarà necessario pensare a dei progetti di fundraising. Stamattina erano presenti anche Enrico Collidà per la Fondazione CRC e il professor Tardivo per la Fondazione CRT.

Si parla di diversi milioni di euro, necessari per l'intero progetto, che prevede al piano terra un centro incontri aperto alla popolazione e un giardino terapeutico aperto, non solo agli ospiti della struttura, ma anche ad altri malati che ne potessero trarre beneficio come, per esempio, i pazienti con demenza che frequentano i centri diurni.

Inoltre, tale spazio potrebbe, insieme ad altri, eventualmente essere utilizzato per un’attività di day-hospice.

Al primo piano sorgerebbe il vero e proprio hospice che, grazie alla fortunata struttura architettonica dei locali, permetterebbe, non solo di creare ambienti confortevoli, ma di offrire agli ospiti un panorama d’eccezione verso le montagne.

Infine, al secondo piano, sarebbe collocata l’unità di coordinamento dell’attività domiciliare accanto alla quale sorgerebbe un vero e proprio centro formativo con l’obiettivo di garantire la possibilità di organizzare corsi di formazione sulle cure palliative rivolti a diverse categorie di professionisti ma anche di creare importanti sinergie con la sede universitaria di Cuneo del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche o con l’università degli Studi di Torino per l’organizzazione di eventuali master o per la collaborazione nel contesto della scuola diSpecializzazione in Cure Palliative.

Nel progetto è stata ipotizzata, grazie alla disponibilità di un’ampia terrazza coperta, la predisposizione di un giardino sensoriale a disposizione degli ospiti della struttura nonché dei parenti degli stessi.

Il progetto sarà presentato alla città il prossimo 10 novembre, quando alle 20, presso lo Spazio Varco di via Pascal 5 a Cuneo, si parlerà proprio di cure palliative, fine vita e domanda di spiritualità. Un convegno organizzato proprio da Adas per far conoscere la propria attività e chiedere il supporto del territorio, dai cittadini alle aziende.

 

Barbara Simonelli

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