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Economia | 03 febbraio 2023, 07:00

Chi vorrebbe dare i caccia all’Ucraina e chi non è disposto all’escalation

Dopo la “coalizione dei Leopard” con la quale all’Ucraina sono stati promessi i carri armati pesanti

Chi vorrebbe dare i caccia all’Ucraina e chi non è disposto all’escalation

Dopo la “coalizione dei Leopard” con la quale all’Ucraina sono stati promessi i carri armati pesanti, il viceministro degli Esteri ucraino ha invitato l’Occidente a formare adesso una “coalizione dei caccia”. Il desiderio di Zelensky è infatti quello di avere i jet della NATO, ma in questa maniera sposterebbe la “linea rossa” sempre più vicina al punto di non ritorno. Alcuni Paesi europei sembrano quasi volere arrivare allo scontro aperto con la Russia, dimostrandosi pronti a dare qualunque genere di arma. Come riporta il sito Strumenti Politici, il governo olandese ha detto di non avere preclusioni all’invio di caccia da combattimento. La Slovacchia e la Polonia sono disposte a fornire i loro MiG di concezione sovietica, che gli ucraini già conoscono bene e che quindi potrebbero impiegare subito. I Paesi baltici, invece, non hanno armamenti pesanti, ma li darebbero volentieri all’Ucraina. La Lituania si vanta persino di essere stata parte della coalizione dei Leopard pur non avendo nemmeno un tank, ma avendo “idee su come usarli” e facendo pressione sulla Germania. Quest’ultima, invece, esclude in maniera assoluta l’invio di caccia da combattimento. Il cancelliere Scholz ha dichiarato di voler evitare l’escalation a tutti i costi. Anche il presidente francese Macron darebbe i suoi Rafale solo se gli ucraini garantissero di non sparare sul territorio russo e di far precipitare gli eventi. A Londra, a sua volta, si dicono convinti che i cittadini britannici non approverebbero la fornitura di velivoli con la stessa facilità con cui hanno accettato quella dei carri e delle armi basate a terra. Infine il Ministero della Difesa della Svezia dice di non avere “piani immediati” per la fornitura dei suoi Gripen. Qualcuno, infatti, suggerisce che i caccia svedesi siano più adatti alle condizioni territoriali dell’Ucraina, ma da Stoccolma dicono “no”.

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