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Politica | 04 giugno 2023, 12:00

Fratelli d’Italia non dà per scontata la ricandidatura di Cirio in Regione

Il partito di Giorgia Meloni, forte del vento in poppa, non sarebbe disposta a lasciare a Forza Italia, senza colpo ferire, la guida del Piemonte. Un aspetto che combacia con i desiderata del governatore albese, il quale non fa mistero di preferire Bruxelles a Torino

Da sinistra a destra: Elena Chiorino, Alberto Cirio, Guido Crosetto

Da sinistra a destra: Elena Chiorino, Alberto Cirio, Guido Crosetto

Resterà pencolante ancora per un po’ il destino politico di Alberto Cirio.

Logica vorrebbe – e in questo senso spingono sia Forza Italia che Lega -  che fosse ancora lui a guidare il centrodestra alle elezioni regionali del prossimo anno in Piemonte.

La prorompente personalità del governatore albese e la sua notorietà fanno di lui un leader quasi naturale di una coalizione nella quale non spiccano oggi figure di pari caratura e popolarità.

Senonché la logica in politica deve adattarsi agli equilibri delle alleanze e tenere conto delle esigenze dei tre partiti, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, che la compongono.

Cirio è espressione del partito di Silvio Berlusconi e, a dispetto delle voci che più volte lo hanno indicato prossimo a passare ad altre formazioni, è finora rimasto legato al carro forzista nell’attesa di ottenere qualche “promozione” che lo portasse ad avere un ruolo di primo piano a livello nazionale.

Alla prova dei fatti quel riconoscimento non è però mai arrivato essendo – come noto – particolari le dinamiche del partito azienda dove vari cerchi magici si sono susseguiti negli anni.

Ciò premesso, Forza Italia non avrebbe alcun motivo di sostituire Cirio, dal momento che le altre grandi regioni del Nord sono tutte in mano alla Lega.

In Lombardia è stato di recente riconfermato Attilio Fontana; in Veneto c’è Il Doge Luca Zaia; in Trentino Maurizio Fugatti; in Friuli Massimiliano Fedriga e nella vicina Liguria, Giovanni Toti, ex forzista poi passato al partito-cespuglio di “Noi Moderati”.

Chi però – alla luce dello stravolgimento dei rapporti di forza elettorali a suo vantaggio avvenuto dopo le politiche del 25 settembre scorso – fa sentire la sua voce è Fratelli d’Italia.

Come è possibile – si interrogano in Via della Scrofa, storico quartier generale romano di Fratelli d’Italia – che il nostro partito, oggi primo in assoluto con quasi il 30%, non possa esprimere un candidato alla guida di una importante regione del Nord?

Ecco il motivo per cui ancora manca il nulla osta da parte di FdI alla ricandidatura di Cirio, situazione che si trascinerà ancora verosimilmente per qualche tempo.

L’ipotesi ad oggi più realistica, se i Fratelli puntassero i piedi, è quella di Elena Chiorino, madre di tre figli, biellese, attuale assessore ad Istruzione, Lavoro, Formazione professionale e Università, cui lo scorso anno le è stata aggiunta anche la delega al “Merito”.

Laureata in economia, è molto vicina alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La premier ha già dimostrato varie volte – il caso della parlamentare Augusta Montaruli docet – di avere un legame molto forte con le donne del suo partito.

In subordine restano in campo le ipotesi di Fabrizio Comba, parlamentare e segretario regionale, e quella del monregalese Paolo Bongioanni, capogruppo regionale, promosso nei giorni scorsi al ruolo di vice segretario piemontese.

Per Cirio, in questo caso, si aprirebbe la possibilità di un suo ritorno in Europa, col sogno di un possibile incarico da Commissario europeo.

Una soluzione che al governatore non spiacerebbe, anche in considerazione del fatto che Guido Crosetto pare abbia rinunciato all’opzione europea per restare sulla tolda di comando del Ministero della Difesa in una congiuntura internazionale che si fa ogni giorno più complessa.

La sorte politica di Cirio è nelle mani di Giorgia Meloni e Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di FdI oltreché di Guido Crosetto, col quale – in passato – ha condiviso il bacino elettorale di Alba, Bra, Langhe e Roero.

Giampaolo Testa

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