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Attualità | 24 luglio 2023, 09:46

Ecco i prossimi appuntamenti con il cinema itinerante di Remo Schellino

Venerdì 28 luglio doppia proiezione a Carrù che ospiterà il docufilm "La Fiera del Bue Grasso" e "La sostanza delle nuvole"

Ecco i prossimi appuntamenti con il cinema itinerante di Remo Schellino

Proseguono gli appuntamenti che incanteranno il pubblico con le proieioni della rassegna del cinema itinerante "Terra, cielo e altre storie" del regista Remo Schellino.

Venerdì 28 luglio appuntamento alla porta della Langa con "Carrù La Fiera del Bue Grasso": il film ripercorre la storia della fiera che, dal 1910, si tiene ogni anno il secondo giovedì del mese di dicembre. Si riferisce all'edizione del 1991 e il filo conduttore è Paolo Chiecchio di Clavesana, memoria storica della manifestazione. 

Partendo dalla sua abitazione in località Sbaranzo, Paolo Chiecchio ci guida per tutta la giornata:  dalle prime ore del mattino, alla colazione presso i ristoranti, dalla premiazione, alla sfilata dei buoi per le vie di Carrù.

A seguire, sempre a Carrù nella stessa sera del 28 luglio alle ore 21,45, "La sostanza delle nuvole".

"Le donne di Paroldo, - spiega Schellino - con i loro racconti e ricordi, ci conducono per mano, a ritroso, in un mondo contadino e pastorale che riaffiora attraverso le loro memorie. Del resto sono state da sempre le donne ,a tutte le latitudini, a preservare la sapienza delle mani e a tesorizzare le esperienze. Ed è un tratto peculiarmente femminile quello di aver cura, allevare, generare. Da sempre le donne portano con sé il profumo buono della terra, che è femmina, a cui assomigliano nel miracolo della generazione. Una specificità di genere che origina dalla particolarità della relazione tra il femminile e la terra.  Come un lungo filo dipanato, i loro racconti non solo sono veicoli di conoscenza e di saperi concreti, ma hanno in potenza la sostanza di nuovi progetti di vita, attuali, di nuovi sogni che, come le nuvole, pascolano in cielo con la speranza di trovare una strada sicura per la terra."

Sabato 29 luglio il cinema itinerante fa tappa a a Torresina (inizio ore 21,15) con "Gli anni di ghiaccio":  testimonianze di reduci della Campagna di Russia. Un film-documentario di Erika Peirano e Remo Schellino.

“Gli anni di ghiaccio” è una produzione del 2002 e fu voluta dalla Sezione Alpini di Ceva e dalla Città di Ceva. Infatti quasi tutti i testimoni appartengono alla zona del Cebano e sono : Attilio Niatti, Giacomo Vadda, Agostino Taramasso, Fiorino Rumazza, Domenico Roascio, Luigi Vada, Carlo Ferro, Edoardo Veglia, Giuseppe Zoppo, Giovanni Bertero, Rinaldo Fracchia, Stefano Carnevalini, Don Rinaldo Trappo. Due i testimoni dell’Alta Val Tanaro: Paolo Clavario di Pievetta e Pietro Launo di Ormea. I sopravvissuti raccontano, scavando nella memoria, una delle più disastrose campagne militari della storia italiana. Dal punto di vista di chi la storia la subisce narrano la triste vicenda dell’ARMIR (Armata Italiana in Russia) mandata da Mussolini a combattere contro un popolo, quello russo, che non conoscevano e che non odiavano. Carente di automezzi e di armi , sprovvisto di un adeguato abbigliamento per sopportare la rigidità del clima, lasciato infine allo sbando dopo l’annuncio della Ritirata, il corpo d’armata alpino si trova a vivere uno spaventoso dramma, un calvario che si concluderà con un numero impressionante di morti e di dispersi ( circa 90.000) e più di 30.000 feriti. Nei ricordi dei reduci si mescolano rabbia e disperazione, poche le memorie più dolci.

"Riteniamo - spiegano Erika Peirano e Remo Shellino - che la testimonianza diretta sia un mezzo didattico insostituibile – affermano gli autori del documentario – l’unico in cui la storia possa parlarci a viso aperto ed in prima persona. Come appare chiaro dal titolo della rassegna il lavoro documentario che intendiamo fare parte dal basso. Ci pare doveroso dar voce a coloro che raramente hanno la possibilità di dire la loro sulle decisioni dei Potenti subendone invece tutte le conseguenze. Il carattere didattico del documentario ha richiesto una ricerca storica minuziosa per ricostruire la Campagna di Russia dall’inizio alla fine e comprende anche il periodo che va dal 1943 al 1945, anno del completo rimpatrio dei superstiti rimasti prigionieri in Russia o deportati in Germania."

Il mese di agosto si aprirà con le proiezioni di "Memorie d’acqua i gesti e luoghi del grande fiume Po", scritto e diretto da Remo Schellino e Piercarlo Grimaldi. Il documentario è stato realizzato nel 2007 con gli studenti dell'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. E' un documento filmico di natura antropologica che realizza la nuova forma di didattica sul territorio proposta dal viaggio Alla ricerca del Grande Fiume. l'idea è stata quella di ripercorrere, cinquant'anni dopo, il servizio televisivo in 12 puntate che fece lo scrittore Mario Soldati nel 1957. Le interviste sono la testimonianza di una civiltà che ha vissuto in stretto rapporto con il fiume Po, portatrice di memorie collettive che costituiscono un patrimonio da conoscere per progettare consapevolmente il nostro futuro.

Una prima proiezione è in programma martedì 1° agosto a Rocca de' Baldi inizio ore 21,15; una seconda sarà giovedì 3 agosto a Piozzo inizio ore 21,15.

Giovedì 10 agosto a Murazzano inizio ore 21,15 "Venire al mondo le levatrici nel novecento".

Sono molti i riti e le consuetudini che ruotano intorno alla culla, alla casa, alla bara. Sono le sedi dove sorge, si agita e ricade nella natura la vita di noi tutti. Tutto nasce, tutto si muove. E’ la sola legge naturale che governa gli esseri, dal principio misterioso del “venire al mondo”, all’inquietante mistero della dissoluzione di “andare all’altro mondo”. La nascita è l’ingresso nella vita. Il corpo femminile è come la terra seminata dall’uomo e fecondata dal sole. E’ il sole che dà la vita al grano che viene seminato ad ottobre , rimane sotto la neve nei mesi invernali per poi germogliare in primavera e infine maturare a giugno per la mietitura. Un ciclo di nove mesi come la gestazione di un bambino. E qui che si inserisce il compito della levatrice, donne capace di levare ed elevare il neonato dal corpo della donna. La ciclicità data da un cerchio che si chiude e un altro, il grembo materno, che si apre a un nuovo percorso di vita. Il film “Venire al mondo” fa parte di una trilogia : nascere, vivere e morire. Tradizionale mestiere femminile era la levatrice, frutto di una cultura secolare, dell’esperienza diretta di donna nella civiltà contadina, poiché aiutava a dare la vita, godeva di un grande prestigio e di una grande autorità. Era testimone del succedersi delle generazioni, garantiva l’identità di ognuno, entrava nelle famiglie ed era testimone della loro discendenza. Quello della levatrice era un mestiere sicuramente considerato importante. Per questo motivo l’idea è di raccontare, dalla voce delle protagoniste di un tempo, il mestiere di ostetrica ma. L’idea di realizzare un documentario incentrato su testimonianze femminili nasce dalla consapevolezza di un vuoto. Poco è stato raccontato di questo mondo femminile soprattutto nel delicato momento di passaggio tra guerra e dopoguerra in cui con fatica la vita sociale ed economica inizia un lento cammino.

Elenco testimonianze: Maria Pistone di Carrù, Aida Burchi di Perosa Argentina, classe 1931, Teresa Rossio di Castelnuovo Nigra, Carla Ferreri di Alba, Manfrinotti Luigina di Ceppo Morelli (Verbania) 

Venerdì  11 agosto a Frabosa Soprana inizio ore 21,15 "Stare al mondo per scelta o per destino".

In un territorio storicamente contrassegnato da un’economia agricola e da una forte impronta cattolica, la condizione femminile è stata in parte raccontata nel volume di Nuto Revelli L’anello forte. Nell’opera dello scrittore cuneese per la prima volta voci e storie provenienti dal multiforme universo contadino della provincia di Cuneo sono state ascoltate, raccolte e pubblicate restituendo la dignità spesso negata e il valore fondamentale al ruolo delle donne in seno alla famiglia e alla società. Ma se il modello della donna sposa-madre-lavoratrice dei campi risulta dominante, non mancano, anche in quegli anni di transizione, figure capaci di scegliere per loro stesse un’alternativa di vita, manifestando un desiderio di indipendenza che le allontana dalla famiglia e le porta in direzioni diverse. L’estrema diversità delle esperienze delle testimoni è stata una scelta di campo voluta e meditata. Impostata sul modello del “racconto di vita”, il fuoco delle interviste si è concentrato in particolare sulla “scelta”, o, al contrario, sull’“assenza di scelta” in ambito affettivo e lavorativo. La cuoca del Presidente Einaudi, un emigrata dalla Calabria negli anni ’60, una vedova di un disperso in guerra nel 1943, una maestra diventata primo Sindaco donna in Piemonte, una staffetta partigiana, una suora, la titolare di un dancing. Tutte sette raccontano il loro stare al mondo, per scelta o per destino.

Elenco testimonianze: Vincenzina Revellli di Belvedere Langhe, classe 1928  contadina e cuoca Presidente Einaudi; Marianna Elia, di Niella Belbo Belbo, nata nel 1941  emigrata dalla Calabria negli anni ‘60; Caterina Morando di Ceva, classe 1924  Vedova dopo pochi giorni dal matrimonio di un disperso in guerra sul Fronte Greco nel 1943; Irma Brocardo di Murazzano, classe 1922 insegnante e sindaco di Murazzano e primo sindaco donna in Piemonte; Marisa Ombra di Asti, classe 1925  Staffetta partigiana e attiva nei Gruppi di difesa della donna; Suor Delfina Pocchiolla, classe 1933, Priora Generale  Congregazione Suore Domenicane di Mondovì; Paola Ghiglia Blengini di Bastia Mondovì, classe 1937  proprietaria dello storico Dancing Paradiso di Bastia.

redazione

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