Un elegante omaggio da pittori, di ieri e di oggi, accoglierà per una settimana Adolfo Vietto nella Confraternita di Lequio Tanaro.
Il sacro locale vedrà l’urna dell’IMI, ritornato dal cimitero Militare Italiano di Francoforte sul Meno, attorniato da opere d’arte a tema floreale. Si allineano quadri di Francesco Franco, Roberto Luciano, Miriam Fontanella Gallo, Piero Zucco, Giovanni Gagino, Oreste Tarditi, Carlo Sismonda, Butòt Francesco Russo, Gianni Bava, Teresita Terreno, Tany Fazzina, Tanchi Michelotti, Enrico Roà, Dario Dutto, Bruno Capellino, Paola Meineri Gazzola, Claudio Manoni, Danilo Oddo,Elisa Revelli Tomatis, Gianni Vlgna, Caudio Rolfi.
Vietto, come già segnalato, fu un Fante arrestato, assieme ai commilitoni, l’11 settembre 1943 nella Caserma “Govone” di alba e tradotto su carri bestiame nel Campo di Internamento di Durthmond e morì a 20 anni di stenti e malattie. I nazisti infierirono sui soldati italiani catturati, non considerandoli neppure militari e quindi soggetti alle norme della Convenzione di Ginevra, ma li considerarono come una sorta di schiavi, perché traditori, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943 con gli anglo-americani e la fuga del Re al sud dell’Italia. Il nipote di questo eroico ed inconscio Fante, Aldo Vietto, taxista a Mondovì, ha voluto riportare in patria e seppellire nella tomba di famiglia, con personale impegno gravoso economico, l’urna con le spoglie mortali dello zio.
Associazioni Partigiana e d’Arma, nonché enti delle famiglie di caduti e di deportati, onoreranno la cerimonia del 12 novembre alle ore 9,30, assieme a Sindaci e Gonfaloni, come pure altre autorità regionali e nazionali. Il Sindaco lequiese, Giuseppe Trossarello ha voluto, opportunamente, riservare una cerimonia di profonda dignità, perfezionando quanto imbastito dalla onlus “col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo”.