Laddove i grandi vedono polemiche, per i bimbi c'è solo magia e stupore. Così è nata la leggenda di Sap, l'abete volante.
Tutto è partito da una storia vera. E tutto si concretizza in una scultura di legno che oggi è ospitata nella parrocchia di San Damiano Macra e che troverà casa nella piccola scuola dell'infanzia paritaria Maria Assunta.
Sono stati proprio i bambini a far scattare la scintilla. Undici piccoli alunni della scuola di montagna. La mattina di lunedì 20 novembre hanno assistito stupefatti al passaggio in volo dell'abete di 28 metri tagliato a Macra e diretto in Vaticano. Col nasò all'insù hanno gridato all'unisono: “L'abete volante!”
Ebbene, da quel grande abete è stata recuperata una sezione di tronco tagliata alla base che è stata portata nel laboratorio “magico” di Barba Brisiu, l'artista della motosega.
Quel pezzo di legno alto 1,5 metri “ha preso vita” tra le sue mani ed è diventato Sap: un abete con occhi, naso e bocca. E una stella alpina in punta. È stato addobbato dai bimbi di San Damiano Macra e, grazie alla disponibilità di Don Graziano Einaudi, portato in Chiesa, accanto al presepe allestito dai bimbi. Starà lì per tutte le feste natalizie e poi tornerà a scuola con i piccoli.
La maestra Cristina Arneodo: “È stato grande lo stupore dei bimbi nel vedere l'abete volare sopra le loro teste. E ancora più bello sapere che un pezzo di quell'albero decorerà la nostra scuola. Grazie al papà di uno dei nostri alunni, professionista del legno, che ci ha messo in contatto con Barba Brisiu. Ieri mattina, (giovedì 7 dicembre, ndr), i bambini hanno portato le statuine in chiesa e abbiamo collegato il presepe a Sap con un festone colorato”.
Ma c'è di più. Una lettera con le foto dei bimbi di San Damiano intorno a Sap è in viaggio verso Roma. È stata consegnata da Mariano Occelli (Confagricoltura) e Franco Graglia (vicepresidente del consiglio regionale), direttamente nelle mani del Governatore Alberto Cirio che sabato 9 dicembre parteciperà all'accensione dell'albero in Vaticano. Cirio appenderà la foto all'albero in piazza San Pietro e chissà... magari la foto dei bimbi potrebbe anche arrivare nelle mani del Papa.
“Nella lettera a Papa Francesco abbiamo raccontato che parte del suo abete è stato trasformato in Sap grazie alle mani fatate di Barba Brisiu e che poi addobberà la nostra piccola scuola di montagna. Speriamo che il Santo Padre ci risponda”, aggiunge la mestra Cristina Arneodo.
Intanto Barba Brisiu, che è anche un cantastorie, nei giorni scorsi ha consegnato Sap ai bambini e ha raccontato loro la sua storia. Loro lo hanno ascoltato senza fiatare.
“E' la storia di un piccola abete che passava le giornate cullato dal vento in compagnia dei suoi simili, ma che sognava di volare e di librarsi in cielo come i suoi amici uccellini. Gli altri alberi lo prendevano in giro per questo, allora lui decise di crescere più alto di tutti. A fine novembre accadde qualcosa di insolito. Gli uomini lo stavano legando con corde e fasce.
Sapeva che quello sarebbe stato il suo destino: il ritorno alla Terra, consumato dai tarli con il suo spirito rinato sotto altra forma. Ma lui era ancora giovane e in forza.
Dalla sua base arrivavano strani rumori. Ma quando sentì tagliare la sua ultima fibra, invece di stramazzare a terra, iniziò a sollevarsi tra lo stupore dei suoi simili... Stava volando!
Un suo amico uccellino gli disse che era stato scelto come dono di compleanno per un bimbo speciale che era nato più di duemila anni fa. E, una volta esaurito quel compito, che il suo tronco non era ancora destinato a Madre Terra, bensì a portare gioia ai bambini e ad essere trasformato in giocattoli.
Finito il volo, venne adagiato sulle ruote e si addormentò. Al suo risveglio si ritrovò in verticale, in un luogo dove gli alberi erano di pietra e c'era una dolce pace. All'arrivo del Natale tutti, grandi e bambini, lo ammiravano stupiti.
Ma presto arrivò la fine che coincise con un nuovo inizio. Non cì è concesso sapere come avvenne e in quanto tempo avvenne, ma così fu che Sap, accompagnato dal sussurrare del vento, gridò alla vita. Perse i suoi aghi e si ritrovò in un luogo e in una dimensione sua da sempre. Era in un nido, era un piccolo pulcino destinato a diventare un grande rapace, una grande poiana”.
“Una storia che mi è venuta dal cuore, guardando negli occhi i bimbi della Val Maira. Sarebbe bello che i grandi non perdessero quello stupore – conclude Barba Brisiu -. Sarebbe bello che si capisse che quando si taglia un albero non viene mai fatto in maniera superficiale. Manca la cultura di farla diventare un'economia logica. Basterebbe tagliare un albero e piantarne altri quattro, ma i tipi giusti e nel posto giusto”.
E visto che gli scarti per Barba Brisiu non esistono, i residui di Sap sono diventati una Sacra Famiglia ospitata nella rotonda a Borgo San Dalmazzo dove c'era la statua del Pinocchio gigante. Ma questa è un'altra storia...