Confermata dal Governo la convocazione dei sindacati per venerdì 11 gennaio, dopo che è saltato il tavolo di trattativa sull'ex Ilva nella giornata di ieri.
La riunione, prevista per le ore 19 presso la Sala Monumentale di Largo Chigi a Roma, vedrà la presenza di una delegazione del governo e dei rappresentanti nazionali di cinque sigle sindacali (Fim, Fiom, Uilm, Ugl metalmeccanici e Usb).
Ieri ArcelorMittal, la società che attualmente detiene il 62% delle quote di Acciaierie d’Italia (il 38% è in mano a Invitalia, partecipata del Mef), ha di fatto rifiutato l’accordo sull’aumento di capitale pari a 320 milioni con il passaggio al 66% della quota di Invitalia.
Una battuta d’arresto in quello che il Governo riteneva una giornata decisiva, dirimente per il futuro di Acciaierie d’Italia.
"Il Governo e quindi lo Stato è in campo, oggi più che mai, per salvare e rilanciare la siderurgia italiana, anche e soprattutto quella rappresentata dall'ex Ilva di Taranto, da quello che era il più grande sito siderurgico europeo. Se interverremo? Certo che sì”, ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine dell'inaugurazione del salone internazionale della moda maschile Pitti Uomo 105 alla Fortezza da Basso a Firenze.
Ma Ilva non è solo Taranto: in Piemonte sono presenti tre stabilimenti dell’ex Ilva a Racconigi, Gattinara e Novi Ligure, per un totale di circa cinquecento dipendenti, tremila - secondo quanto riferiva il presidente Alberto Cirio - se si calcola l’indotto.
Lo scorso 11 dicembre, proprio nel grattacielo della Regione, si era tenuto un incontro, dove erano anche presenti gli amministratori dei comuni coinvolti. Qui era stata proposta “un’azione coordinata con Puglia e Liguria per far sentire la voce delle Regioni in difesa degli stabilimenti produttivi”.
Nello stabilimento racconigese lo scorso 21 novembre era stato indetto uno sciopero. Qui operano circa novanta dipendenti che si occupano della produzione di tubi in acciaio, prima del Covid erano circa 150. Una fase di stallo, quella che si sta verificando nella fabbrica di Strada Regionale 20, che vede un ricorso sempre più massiccio della cassa integrazione.
“Siamo a fianco del governo, e in particolare del ministro Urso - ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio a Adnkronos - per rivendicare la centralità del nostro Paese nelle politiche dell’acciaio perché senza politiche dell’acciaio non ci sono politiche industriali”.
“La Regione Piemonte è al fianco dei lavoratori per i quali abbiamo già attivato tutte le forme di sostegno in vista di quella che potrebbe essere una crisi occupazionale che però vogliamo cercare di prevenire” e ribadisce che “il governo deve, come sta facendo e bene, rivendicare la centralità nelle politiche dell’acciaio”.