Dopo più di un quarto di secolo il violoncello del commendator Francesco Castellino torna a suonare all’ombra della torre dei Bressani. Lo farà presso la sala Ghislieri, sabato 16 marzo alle ore 16, in occasione della presentazione al pubblico del volume “Francesco Castellino - L’uomo, i talenti, la città” curato da Paolo Roggero ed edito da Cooperativa Editrice Monregalese.
Nel corso dell’appuntamento interverranno oltre al curatore, il professor Ernesto Billò, il musicologo Dino Bosco e il professor Alessandro Mengozzi, ordinario di Semitistica, direttore della Scuola di Scienze umanistiche presso l’Università di Torino e membro dell’Accademia delle scienze. Inoltre, alternato agli interventi dei relatori, si terrà un concerto organizzato da Academia Montis Regalis: si esibiranno i musicisti Adele Polo al violoncello, Alberto Rainetti al pianoforte e la soprano Maria Claudia Bergantin. Oltre a presentare l’iniziativa editoriale infatti, l’incontro sarà l’occasione per tratteggiare alla platea un ritratto del commendatore Francesco Castellino, ripercorrendo tutti gli ambiti in cui si è speso, tra cui la musica.
Castellino infatti fu primo presidente della Banda Musicale di Mondovì, amava suonare e scrivere brani musicali: proprio una selezione di sue composizioni si alternerà agli interventi dei relatori, oltre ai brani di un compositore a lui contemporaneo, Augusto Cominotti (1883 - 1942). Torinese, fu violinista, pianista e compositore e fu organista della Real Chiesa di San Lorenzo. Scrisse numerose partiture su commissione della Famiglia Reale. Maria Claudia Bergantin è la nipote del compositore e sta portando avanti un lavoro di riscoperta e divulgazione delle partiture del nonno. A suonare sarà proprio lo strumento del commendatore, dopo più di cinquant’anni. Lo strumento era un regalo di uno zio e Castellino vi era affezionatissimo, anche perché si diceva fosse una creazione di Giovanni Battista Guadagnini.
Tecnicamente era probabilmente un “arlecchino”, ovvero uno strumento realizzato assemblando parti di strumenti più antichi, tra cui probabilmente anche parti di una creazione del liutaio piacentino. Non se ne separò mai e la sua predilezione per quello strumento, con cui occasionalmente si esibiva, era nota in città. Negli ultimi anni della sua vita dovette separarsene dandolo in pegno per un fido bancario e fu un grande dolore.
Il violoncello è oggi in dotazione al Conservatorio “G. F. Ghedini” di Cuneo e i monregalesi, dopo più di cinquant’anni, potranno tornare ad ascoltare la sua voce cantare proprio le melodie che sulla sua tastiera e sulle sue corde furono inventate. Un evento che rappresenta quindi, a tutti gli effetti, la chiusura del cerchio di una storia monregalese, che sarà affascinante riscoprire. Merita ricordare che tutto il ricavato derivato dalla vendita dei volumi sarà devoluto alla Fondazione Academia Montis Regalis per il progetto di formazione orchestrale barocca e classica.