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Schegge di Luce | 14 aprile 2024, 07:17

Schegge di luce: pensieri sui Vangeli festivi delle Sorelle Clarisse di Bra

Commento al Vangelo del 14 aprile, III Domenica di Pasqua

Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»

Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!»

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.

Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni» (Lc 24,35-48).

Oggi, 14 aprile la Chiesa giunge alla III Domenica di Pasqua (Anno B, colore liturgico bianco).

A commentare il Vangelo della Santa Messa sono le Sorelle Clarisse di Bra. Amore, vita, valori, spiritualità sono racchiusi nella loro riflessione per “Schegge di luce, pensieri sui Vangeli festivi”, una rubrica che vuole essere una tenera carezza per tutte le anime in questa valle di esilio.

Pensieri e parole per accendere le ragioni della speranza che è in noi.

Eccolo, il commento.

Siamo al termine del Vangelo di Luca, anche se la parola “termine” non è adatta, poiché il libro degli Atti degli Apostoli, sempre di mano lucana, si pone come “continuazione” del Vangelo.

La pericope (così si definisce in termine tecnico uno specifico passo scelto del Vangelo) di questa domenica è l’ultimo racconto di apparizione del Risorto. È preceduta dal famoso racconto dei discepoli di Emmaus e seguita dall’innalzamento al Cielo di Gesù che chiude il periodo delle apparizioni.

Cogliamo un paio di spunti da questo passaggio. Innanzitutto il saluto di pace del Risorto: «Pace a voi!». La pace è dono di Dio ed è un inganno del male credere che la pace si faccia con le armi, la deterrenza e il razzismo. Tutto questo viene dal male. I primi cristiani erano molto più consapevoli di noi che il male esiste e fa di tutto per togliere la pace e così dividere famiglie, comunità, popoli. Oggi, ancora una volta nella storia, siamo illusi che il male ci faccia bene.

«Avete qualche cosa da mangiare?»: il Cristo viene incontro all’incredulità dei discepoli e vuole mostrarsi Risorto: Egli non è uno spirito o un angelo. È il Risorto e come tale è vivente. Il cristianesimo non è una bella storiella, ma è l’evento che ha cambiato la storia. Quell’annuncio pasquale «Cristo è risorto!» è l’unico grido che cambia la storia, la nostra storia e la storia della Chiesa, l’unico annuncio che riempie di Vita le nostre vite. Ma lo crediamo ancora? Crediamo che il Cristo è Risorto?  Che cosa ha svuotato le nostre chiese, allontanato i nostri giovani, reso tristi le nostre vite? Non è forse aver perso la memoria del cuore rispetto a quell’evento «Cristo è risorto!», è Vivente?

Perché non lasciare che Egli faccia con noi come nel Vangelo di oggi: «Aprì loro la mente per comprendere le Scritture». Nel racconto dei discepoli di Emmaus, il Risorto apre i loro occhi, perché i due possano riconoscerlo. Qui apre loro la mente per comprendere le Scritture. Quando Lui apre cuori, occhi, mente ecco che lo riconosciamo: lo riconosciamo vivente, lo riconosciamo come Qualcuno di presente nella nostra vita, Qualcuno con cui possiamo relazionarci in modo personale, che conosce la nostra storia e la storia del mondo, che ci ama in modo unico senza sé e senza ma, che si prende cura concretamente di noi, che ci manda nella nostra famiglia, nel luogo di lavoro, in parrocchia, in politica, nel volontariato a portare a tutto il mondo l’annuncio più bello. «Cristo è Risorto!», Egli è la nostra pace!

Silvia Gullino

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