/ Attualità

Che tempo fa

Attualità | 07 giugno 2024, 09:00

Bra, devozione e partecipazione per la processione del Corpus Domini

Il rito del 6 giugno, preceduto dalla Messa nella memoria del Miracolo Eucaristico di Torino. La storia

Bra, devozione e partecipazione per la processione del Corpus Domini

Devozione e partecipazione nella serata di giovedì 6 giugno per la solennità del Corpus Domini, che è stata celebrata a Bra nella memoria del Miracolo Eucaristico di Torino.

La Messa delle ore 20.30 presso il Santuario della Madonna dei Fiori è stata presieduta da don Mattia Miggiano e hanno concelebrato i sacerdoti della comunità cittadina, davanti ad una vasta assemblea, segno dell’importanza e del rispetto riservato a questa ricorrenza religiosa.

Fedeli, autorità, Alpini, Confraternite dei Battuti Bianchi e dei Battuti Neri: tutti raccolti in orazioni di lode e preghiere per il tempo della liturgia e poi quando il sacerdote, con la mantellina sulle spalle, sotto il canonico baldacchino e mostrando l’ostensorio con l’ostia consacrata, ha dato il via alla processione, seguito da un lungo serpentone di gente.

Il Santissimo Sacramento, passando lungo il viale, è stato condotto fino alla chiesa del monastero delle Sorelle Clarisse. Preceduta dai canti, è stata, quindi, impartita la solenne benedizione a cui ha fatto seguito l’adorazione.

Un momento importante a fine anno pastorale, in cui al centro della celebrazione è stata l’Eucaristia, fonte e culmine della vita ecclesiale, attraverso la quale si sperimenta la comunione tra le varie realtà cittadine per essere davvero attorno al Pane di Vita, un cuor solo e un’anima sola.

La solennità del Corpus Domini rievoca la liturgia della Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo. La solennità cristiana universale fu istituita ad Orvieto da papa Urbano IV, con la bolla del Transiturus dell’11 agosto 1264.

Miracolo Eucaristico di Torino

È uno dei miracoli più noti e più sensazionali. Parliamo di quello avvenuto a Torino nel giugno del 1453, durante la guerra tra la Francia e il Ducato di Piemonte-Savoia, ufficialmente scoppiata per il matrimonio tra Luigi, figlio del re Carlo VII, con Carlotta di Savoia (matrimonio che il re non voleva), ma in realtà perché Renato d’Angiò, volendo riconquistare il Regno di Napoli, voleva passare per la Savoia.

Mentre Renato attraversava le Alpi con duemila uomini e cinquecento cavalieri, le truppe piemontesi intervennero in massa e si impadronirono di Exilles, un villaggio della Valle d’Oulx, saccheggiando ogni cosa.

La barbarie non risparmiò la chiesetta, da cui fu asportato tutto, compreso un ostensorio con l’ostia consacrata. I ladri misero la refurtiva in un fagotto, lo posero sopra un asino e si diressero a Torino, dov’era più facile piazzare la “merce”. Oltrepassate Susa, Avigliana e Rivoli, arrivarono a Torino il 6 giugno, ottava della festa del Corpus Domini.

Nessuno si sarebbe accorto di nulla se il mulo non avesse incespicato e non fosse caduto, rifiutando di rimettersi in piedi, nonostante le grida e le bastonate. Ma soprattutto se dal sacco non fosse uscito l’ostensorio che cominciò miracolosamente ad elevarsi senza che alcuno lo sostenesse. Salì, salì in alto e si fermò a mezz’aria, per farsi vedere da tutti, mentre cominciò a risplendere come se il sole fosse disceso sulla terra.

La piazza era piena di gente: potete immaginare le lacrime, i sospiri e le fervorose preghiere che si elevavano all’indirizzo del miracolo. Presto arrivò il vescovo della città, Lodovico di Romagnano, insieme a molti sacerdoti; appena giunti, l’ostensorio cadde a terra, lasciando sospesa soltanto l’ostia consacrata, la quale continuava a risplendere e illuminare. Tutti caddero in ginocchio, adorando un tale prodigio e ripetendo: «Resta con noi, Signore!». Il vescovo, infine, prese un calice, si avvicinò all’ostia e lo levò in alto. Quasi volesse ubbidire alla voce del Pastore, il Signore sacramentato cominciò lentamente a discendere, fino a porsi dentro il calice. Allora il vescovo portò il calice con l’ostia processionalmente e devotamente dentro la cattedrale di San Giovanni Battista.

La prima testimonianza del miracolo, firmata da undici testimoni, è andata perduta, ma ne rimane un riassunto, conservato nell’archivio municipale in una cassetta di cipresso costruita appositamente per questo.

Sul luogo del miracolo prima fu innalzata una piccola cappella, poi l’attuale basilica del Corpus Domini. L’ostia oggi non si conserva più: venerata per una quarantina d’anni, fu consumata per ordine della Santa Sede «Per non obbligare Dio - si legge nei documenti - a fare un continuo miracolo, conservandola intatta».

Peccato! Ma il ricordo del miracolo è vivo, sia perché i Santi del Novecento, che fecero del Piemonte una regione tra le più sante del mondo (si pensi a don Bosco, al Cottolengo, al Cafasso e via dicendo), attinsero dal miracolo ispirazione per le loro opere, sia perché il Congresso Eucaristico nazionale del 1953 (a cui intervenne il futuro Papa Giovanni XXIII) si tenne proprio a Torino. La città più indicata per onorare il Pane disceso dal cielo!

Silvia Gullino

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium