Mantenere viva la memoria per non dimenticare chi ha perso la vita nel corso della vile rappresaglia nazista che, il 5 luglio del 1944, mise a ferro e fuoco diversi paesi di Langa.
Con una cerimonia sentita e partecipata, ieri, il Comune di Farigliano ha voluto commemorare le persone che ottant'anni si trovarono faccia a faccia con una rappresaglia che portò alla distruzione di case, archivi e alla morte di persone innocenti.
Con corteo, aperto dalla Banda Musicale "I giovani di Farigliano", cittadini, associazioni e molti studenti e insegnanti, insieme all'amministrazione hanno attraversato il ponte del cavalcaferrovia, per attraversare le vie del paese con tante fiaccole, simbolo di speranza e memoria.
Il sindaco Ivano Airaldi, insieme al sindaco dei ragazzi Mattia Cavicchi, dopo la deposizione di un omaggio floreale presso il monumento dedicato alle vittime dell’incendio, ringraziando tutti i partecipanti alla manifestazione.
"Un profondo grazie a tutti i presenti: cittadini, professori, alunni, alpini, rappresentanti dell'Avis e dell'Acli per aver preso parte a questa manifestazione - ha detto il primo cittadino - Un ringraziamento poi ai nonni vigili e alla Polizia locale che hanno consentito lo svolgimento in sicurezza del corteo. Il silenzio che c'è in questo momento ci fa capire quanto rispetto e raccoglimento ci sia per questa occasione. Colgo l'occasione per ringraziare anche Carlo Conterno e Remo Schellino che con i loro lavori e il loro entusiasmo mantengono via la memoria e la storia del nostro paese".
"La biblioteca è la conclusione ideale di questa serata - ha ricordato la professoressa Antonella Ratto, accogliendo i partecipanti presso la biblioteca civica "Nicola e Beppe Milano" - "Grazie alle testimonianze che ascolteremo questa sera capiremo davvero che cosa è stato quello che Rino Viotto ha definito 'il giorno più lungo per Farigliano'".
Grazie al lavoro di ricerca di Carlo Conterno, testimone della memoria di Giorgio Fia, si è tenuta la proiezione della documentazione fotografica sull’identità dei responsabili di quel tragico 5 luglio 1944.