Sapevi che l’olio CBD è un antinfiammatorio naturale e può essere un’alternativa efficace agli oppioidi comunemente utilizzati in caso di dolore cronico?
Ce lo dicono i risultati di una revisione sistematica condotta per determinare l’efficacia e la sicurezza del cannabidiolo (CBD) come supporto per questo tipo di dolore.
Il cannabidiolo (CBD) è un cannabinoide prodotto dalle piante di Cannabis Sativa L. apprezzato dalla comunità scientifica per le sue proprietà analgesiche e antinfiammatorie.
A differenza del THC non provoca effetti psicotropi e l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo considera una sostanza sicura, senza rischio di abuso o dipendenza.
La maggior parte degli studi su CBD e dolore cronico hanno indicato una riduzione del dolore dal 43 al 66%, un risultato piuttosto promettente soprattutto per una condizione così fastidiosa e complessa come il dolore cronico.
Come forse saprai, il dolore cronico è caratterizzato dalla presenza di un dolore persistente che dura oltre i sei mesi, spesso anche in assenza di una causa evidente. A differenza del dolore acuto, che è una risposta naturale del corpo a una lesione o a un'infiammazione e che tende a scomparire quando il problema è risolto, il dolore cronico persiste anche dopo che la causa scatenante è scomparsa.
Può manifestarsi in diverse forme, per esempio emicrania, neuropatia, artrite o fibromialgia. Alla sensazione dolorosa si accompagnano spesso altri sintomi, come stanchezza cronica, rigidità muscolare e disturbi del sonno, con un conseguente impatto significativo sulla qualità della vita.
Come agisce il cannabidiolo (CBD) sul dolore cronico?
In quanto cannabinoide, il CBD è in grado di interagire con degli specifici recettori presenti all’interno del nostro sistema endocannabinoide, un sistema deputato a mantenere l’omeostasi del corpo. In particolare interagisce con i recettori CB2, che si trovano soprattutto nelle cellule del sistema immunitario, nei nervi periferici e in alcune aree del sistema nervoso centrale, contribuendo alla modulazione della risposta infiammatoria e del dolore.
Inoltre, il CBD va a modulare il sistema GABAergico, il principale sistema inibitorio del cervello, contribuendo a ridurre la percezione del dolore. Può interagire anche con i recettori TRPV1, noti come recettori vanilloidi, che sono coinvolti nella percezione del dolore e nella regolazione della temperatura corporea. L'attivazione di questi recettori da parte del CBD può favorire la desensibilizzazione delle vie del dolore, riducendo la sensazione dolorosa.
La particolarità del CBD è che la sua azione non si limita a una modulazione della risposta infiammatoria. Questo cannabinoide può interagire con i recettori della serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell'umore e dell’ansia. Questa interazione permette al CBD di esercitare un effetto ansiolitico e rilassante, che può essere particolarmente caro a chi soffre di dolore cronico.
Vivere con un dolore costante favorisce spesso la comparsa di disturbi d’ansia, disturbi dell’umore e difficoltà di addormentamento, aspetti, che come dimostrano gli studi, il CBD può aiutare a gestire e contenere.
CBD e fibromialgia: un ampio sondaggio
La fibromialgia è una sindrome caratterizzata da dolore cronico diffuso, da aumento della sensibilità al dolore ( iperalgesia), da iperreattività sensoriale e altri sintomi sistemici come disfunzione cognitiva, disturbi del sonno, ansia, stanchezza cronica e depressione, in assenza di qualsiasi altra malattia organica ben definita. La causa esatta della fibromialgia non è ancora chiara, ma si pensa sia legata a una compromissione del modo in cui il cervello e il sistema nervoso centrale processano i segnali dolorosi, abbassando la soglia del dolore. Anche una disfunzione dell’attività del sistema endocannabinoide potrebbe incidere sulla fisiopatologia della sindrome fibromialgica.
La fibromialgia può essere scatenata da eventi stressanti, infezioni o traumi fisici. Sembra non esista ancora una cura definitiva per la fibromialgia, ma i suoi sintomi possono essere gestiti in diversi modi: farmaci tradizionali, terapia fisica, tecniche di rilassamento e soluzioni naturali come il CBD.
Da un interessante sondaggio condotto nel 2021 su 878 persone che soffrivano di fibromialgia, il CBD è risultato un'alternativa naturale efficace per il 72% dei partecipanti, che lo ha utilizzato al posto dei farmaci tradizionali per il dolore cronico, ovvero FANS, oppioidi e benzodiazepine. La maggior parte dei partecipanti ha riferito una migliore gestione del dolore e del sonno ed è riuscita a ridurre o in molti casi interrompere completamente l’utilizzo dei farmaci.
Un’alternativa naturale da tenere in considerazione
Concludendo, il CBD può essere una valida soluzione naturale per la gestione del dolore cronico. Grazie alla sua azione sui sistemi cannabinoide, GABAergico e serotoninergico, può aiutare a modulare la percezione del dolore e a ridurre l'infiammazione. Inoltre, la sua azione ansiolitica e calmante, che emerge dalla ricerca e dai sondaggi, può essere utile a gestire meglio alcune delle comorbidità correlate a questo tipo di dolore, in particolare l’ansia e i disturbi del sonno.
Bibliografia
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Autore: Andrea Casalicchio
Laureato in Farmacia presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, esercita la professione di farmacista a Cesena ed è un esperto di medicina integrata e terapie a base di cannabinoidi.