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Attualità | 26 ottobre 2024, 07:12

L'edicola di via Vivaro ad Alba è in silenzio, una protesta muta contro le disparità

Piazza Risorgimento e via Vivaro: due edicole albesi, due trattamenti, due destini diversi

L'edicola di via Vivaro ad Alba

L'edicola di via Vivaro ad Alba

Dal 4 marzo scorso, Stefano Raffale, titolare dell’edicola di via Vivaro ad Alba, ha sospeso la vendita di giornali.

Un’edicola che non vende giornali?

Sì, una protesta silenziosa contro quella che l'uomo ritiene una palese ingiustizia. 

L’attività, che si trova in prossimità del passaggio a livello, era stata rilevata nel lontano 1982 dalla madre Laura, che recentemente ne ha completamente passato la gestione al figlio Stefano.

Abbiamo sempre rispettato le regole, pagando puntualmente tasse e canoni. Abbiamo sempre saldato sia la Tosap, per l’occupazione del suolo pubblico, sia il canone di concessione comunale, per un costo di circa 1.500 euro annui. Nonostante le difficoltà economiche non abbiamo ricevuto lo stesso sostegno dell'edicola di piazza Risorgimento, che ha ottenuto agevolazioni dal Comune”, afferma Raffaele.

A settembre 2023, schiacciato dal peso crescente delle tasse e dal crollo delle vendite, Gianni Rosso, titolare dell'edicola in piazza Risorgimento, lanciò un grido d'allarme all'amministrazione comunale, chiedendo un intervento immediato per evitare la chiusura dell'attività.

La protesta del mio collega Rosso ha portato a un accordo con il Comune che gli ha permesso di continuare l'attività. Mi sono rallegrato per lui, ma non posso non sottolineare la disparità di trattamento. Mentre a lui è stato offerto un sostegno concreto, io mi sono sentito completamente solo e abbandonato – continua Raffale -. La triste verità è che sono stato ignorato da tutti: dalle associazioni di categoria, dalla vecchia e attuale amministrazione comunale, dai sindacati… mi trovo in uno stato di immobilità che mi lascia ogni giorno che passa più svuotato, ripensando all’impegno e ai sacrifici che la mia famiglia ha fatto per portare avanti questa attività”. 

La decisione di Raffale di scioperare ha avuto un impatto significativo non soltanto sulla sua famiglia, ma anche su un dipendente e una stagista, che hanno perso la loro occupazione.

La vecchia Amministrazione comunale non mi ha interpellato durante l’incontro del 2023 in cui erano presenti Gianni Rosso, il sindaco di allora Carlo Bo, gli amministratori competenti e l’Associazione Commercianti Albesi. Si trattava di un incontro importante, infatti è stato risolutivo per il collega Rosso”, spiega l’edicolante di via Vivaro.

Tornando ai fatti attuali, Raffale spiega che “neppure l'attuale sindaco, Alberto Gatto, ha dimostrato una volontà di intervenire concretamente. Le sue sporadiche telefonate, in cui sollecita la mia riapertura senza però prendere in considerazione le mie richieste, sono un gesto formale che offende la mia intelligenza. Anche io, come il mio collega Rosso, ho subito le conseguenze di una situazione difficile, come la chiusura dell'ospedale San Lazzaro, che ha causato un drastico calo delle vendite. Perché io non ho diritto allo stesso trattamento?”.

Nonostante lo sciopero, l'edicolante accoglie ogni cliente con un sorriso, dimostrando una dignità e una resistenza ammirevoli. Scambia qualche parola coi clienti che passano soltanto per un saluto o per chiedere se ci sono sviluppi in seguito allo sciopero, offre ancora il servizio di ricarica delle schede telefoniche e vende prodotti editoriali esclusivamente su ordinazione. 

Ai nostri clienti va la gratitudine più profonda – afferma –, ci hanno sostenuto in questo momento difficile, ma le nostre risorse stanno per esaurirsi. Rischio di finire nel dimenticatoio, senza che la città si renda conto di tutto ciò che, io e la mia famiglia, abbiamo dato”.

Gabriella Fazio

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