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Attualità | 12 novembre 2024, 12:38

Lo SPI-CGIL di Bra presenta il libro di Adonella Fiorito “Ti rubo una carezza”

Nell’ambito della 4° rassegna di “Conoscere per capire”. Appuntamento venerdì 22 novembre 2024 alle 20,45 presso la sala Polifunzionale “Arpino”

A Bra si presenta il libro di Adonella Fiorito "Ti rubo una carezza"

A Bra si presenta il libro di Adonella Fiorito "Ti rubo una carezza"

  Lo SPI-CGIL di Bra presenta il libro di Adonella Fiorito, presidente dell’associazione “Mai più sole”: “Ti rubo una carezza” 

L’evento fa parte di una serie di iniziative promosse dal Sindacato dei Pensionati di Bra nell’ambito della 4° rassegna di “Conoscere per capire”, si terrà presso la sala Polifunzionale “Arpino” venerdì 22 novembre alle ore 20,45.

Il libro, come dice l’autrice, è in effetti un diario tenuto in diversi momenti della sua vita, e in particolare in quelli segnati dai terribili lutti che l’hanno colpita negli anni. Un affresco personalissimo di pensieri, stati d’animo, ricordi, riflessioni che fluttuano nelle pagine senza seguire un percorso lineare salvo quello temporale. Nei diversi giorni si alternano parole di rabbia e di speranza, di disperazione e di resistenza, di ribellione e di accettazione. Non può che essere così per una donna che a 68 anni ha perso un marito e tre figli. “Come in guerra”, scrive.

Tuttavia, quello che in apparenza è il libro sulla morte, sulle morti, è in realtà un testo traboccante di vita. Nella tragedia e nel lutto la vita spinge e si riaffaccia, a volte timida altre con prepotenza. Come se questa vita, che è toccata in sorte, non la si volesse lasciar andare. Le mattine più tremende, in cui il peso delle assenze ti colpisce con insolita durezza (“vedere che la vita, comunque sia, procede, mi fa impazzire”) si stemperano nel corso della giornata in ricordi sereni, addirittura in barlumi di accettazione.

Una seconda riflessione: dato il contenuto molto personale e la sua forma (il diario) si potrebbe essere indotti a credere che questo libro parli soltanto al cuore, suscitando le emozioni più varie: commozione, partecipazione, condivisione da parte di chi ha subito tragedie analoghe. In realtà questo registro di lettura sarebbe riduttivo. Il libro parla anche, e molto, alla mente. Ti costringe a fermarti e a riflettere. A interrogarti. Ti coinvolge nelle grandi questioni che popolano e agitano l’esistenza di ciascuno di noi e su cui tutti, chi più chi meno, ci siamo soffermati: perché sono qui e in questo momento? Come posso sopravvivere alle perdite? Perché dover affrontare prove così dure? Qual è il senso del vivere? Adonella non dà risposte ma si pone e ci pone, senza alcuna pretesa filosofica, domande cruciali. E lo fa quasi senza volerlo, con una semplicità e una profondità che colpiscono il lettore.

Poi c’è la natura, che è presente in moltissime pagine e che in certi momenti può assumere un ruolo quasi salvifico. Le stelle, da subito, e poi gli alberi, la farfalla, il canto degli uccelli, il gatto Fred. C’è tutto un mondo che Adonella, dal fondo del pozzo in cui si trova, non ignora, ma al contrario percepisce con chiarezza, osserva attentamente, descrive con precisione. Un mondo che accompagna la sua vita: a volte le dà pace, altre addirittura speranza. Come se lei, tutti noi, fossimo parte di qualcosa di più grande nella sua essenza, non riducibile a semplice paesaggio dentro cui scorrono, indifferenti, le nostre esistenze.


 

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