Un’intervista rilasciata da Zelensky e dalla sua first lady Olena ai media nazionali aggiunge materiale di polemica al tema delle elezioni presidenziali ucraine. Come riporta il sito Strumenti Politici, il fatto che il mandato di Zelensky sia terminato lo scorso maggio sta diventando l’elefante nella stanza che disturba la pianificazione del futuro del Paese.
Sebbene ricordare questo problema dia molto fastidio al governo di Kiev, che lo considera montato ad arte dalla propaganda russa, resta assodato che il prolungamento oltre la scadenza naturale derivi dalla legge marziale, che proibisce lo svolgimento di elezioni.
Tale legge viene periodicamente rinnovata e non esiste un orizzonte temporale visibile per la sua fine. Il risultato è che Zelensky resta al potere e più vi rimane, più lo consolida, ad esempio licenziando ministri e facendone nominare altri più malleabili o appartenenti alla sua cerchia. Secondo il sociologo ucraino Oleksii Antypovych, i sondaggi mostrano come la società ucraina nutra ancora fiducia nel presidente, ma tale credito è in calo e potrebbe trasformarsi in un boomerang. Zelensky infatti viene visto come responsabile per le sorti del conflitto.
Così, se la guerra terminare in modo negativo o i successivi negoziati avessero un esito deludente per Kiev, lui diventerebbe automaticamente il capro espiatorio e sarebbe di sicuro battuto se si presentasse alle urne. Inoltre i cittadini non sono affatto contenti del governo, conoscendo bene i problemi di corruzione e cattiva amministrazione che funestano il Paese.
Quindi vi è chi consiglia a Zelensky di non attendere troppo a togliere la legge marziale e permettere così l’effettuazione delle elezioni, prima che la sua immagine non sia rovinata al punto da non poter più essere ripulita.