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Attualità | 10 maggio 2025, 07:03

Oltre 700 milioni in vent'anni: è il tesoretto che i lavoratori stranieri della Granda hanno mandato a casa

Il Marocco è il Paese con le rimesse più alte. Ma è la Romania, tra il 2005 e il 2024, ad aver mandato più denaro, quantificato in 150 milioni. In grande crescita India e Bangladesh. I numeri, oltre a misurare la presenza straniera sul territorio, raccontano anche una parte meno visibile ma molto concreta dell’integrazione: quella economica

Foto Accademia della vigna

Foto Accademia della vigna

Negli ultimi due decenni, le rimesse inviate dai migranti ai loro paesi d’origine hanno registrato una crescita straordinaria, diventando una componente cruciale dell’economia globale. Secondo il World Migration Report 2024 dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), tra il 2000 e il 2022, i trasferimenti internazionali sono aumentati del 650%, raggiungendo gli 831 miliardi di dollari, superando per la prima volta gli investimenti diretti esteri nei paesi in via di sviluppo. 

Numeri che raccontano il mondo e le sue complessità, a partire, appunto, dai flussi migratori e dal mantenimento dei rapporti con il Paese e con le famiglie di origine, per le quali questi flussi finanziari rappresentano una fonte vitale di sostentamento, contribuendo significativamente al PIL di diversi paesi. 

Il sito della Banca d'Italia fa il quadro della situazione nel nostro Paese, evidenziando come sia il Bangladesh il Paese verso il quale il flusso di denaro è più alto, seguito da Pakistan e Marocco. 

Paesi, a parte il Marocco, che potremmo definire emergenti nell'ultimo decennio, andando a compensare il calo delle rimesse inviate verso l'Africa sub-sahariana (-7,6 per cento) e i Paesi dell'Unione europea (-7,0 per cento).

Il Marocco continua invece a confermarsi tra i Paesi verso i quali il flusso finanziario dall'Italia risulta maggiore, anche nella nostra provincia. 

Negli ultimi vent’anni, la provincia di Cuneo si è confermata un punto strategico per molte comunità straniere che, con il loro lavoro, non solo sostengono l’economia locale, ma continuano a supportare economicamente anche i propri paesi d’origine. Secondo i dati della Banca d’Italia, i cittadini stranieri residenti nella “Granda” hanno inviato all’estero oltre 700 milioni di euro in vent'anni. Ma quali sono i paesi che ricevono di più?

In cima alla classifica, prendendo in considerazione il periodo che va dal 2005 al 2024, c’è la Romania, con quasi 150 milioni di euro inviati. Tuttavia, il flusso ha subito una progressiva riduzione: da oltre 6 milioni annui nei primi anni a meno di 4 negli ultimi, con un calo del 43%. Questo può indicare una maggiore integrazione economica in Italia o una riduzione della necessità di invio.

Segue il Marocco, che mostra invece una tendenza opposta: da circa 3,8 milioni nel 2005 a oltre 8,4 nel 2024, con un incremento del 119%. Una crescita simile si osserva anche per il Senegal, le cui rimesse sono quasi quadruplicate (+257%), e per l’India, che registra l’aumento più spettacolare: +1800%, passando da 305mila euro a quasi 5,8 milioni.

Stessa cosa per il Bangladesh che, assente nei primi anni del 2000, è arrivato a inviare a casa 4,7 milioni di euro. Significativo anche il denaro andato verso il Mali, anche se la cifra è scesa sotto i 4 milioni, quando era pari a 5,6 milioni nel 2022. 

Sfiora i 2 milioni la cifra inviata dalla nostra provincia verso il Pakistan, così come quella inviata verso il Gambia, raddoppiata in pochi anni. Dai residenti della Costa d'Avorio sono stati inviati poco meno di 3 milioni di euro, una cifra significativa ma calata di oltre mezzo milione in un solo anno. 

L'Albania non raggiunge i 4 milioni, ma il flusso di questi vent'anni è sempre stato abbastanza costante. 

Significativa anche la cifra verso la Repubblica Domenicana e, ancora di più verso le Filippine, che ha raggiunto i 2,85 milioni ed è cresciuta soprattutto nell'ultimo decennio. Significativi i flussi verso il Burkina Faso, che dal 2019 supera ogni anno il milione di euro inviato; l'Egitto è a quota 1,2 milioni. Attorno ai due milioni anche i trasferimenti dei residenti nigeriani della Granda verso il loro paese.

I numeri, oltre a misurare la presenza straniera sul territorio, raccontano anche una parte meno visibile ma molto concreta dell’integrazione: quella economica. Molti di questi lavoratori sono impiegati stabilmente nel settore agricolo, industriale o nei servizi, contribuendo in modo determinante al tessuto produttivo cuneese.

E mentre il dibattito pubblico spesso si concentra sugli aspetti sociali o culturali dell’immigrazione, questi dati ci ricordano che il lavoro degli stranieri nella Granda produce reddito, stabilità e solidarietà familiare a migliaia di chilometri di distanza. 

Le rimesse sono, a tutti gli effetti, un indicatore economico e umano: raccontano di storie di fatica, risparmio e sostegno. E partono da qui, dalla provincia di Cuneo.

Barbara Simonelli

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