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Attualità | 25 maggio 2025, 16:54

Una sola firma per 60 denominazioni, 'Piemonte' diventa marchio collettivo: "Un cambio di passo per il settore vitivinicolo"

Roero e Alta Langa Docg aprono la strada: il progetto sostenuto dai Consorzi e dalla Regione punta a rafforzare l’identità collettiva sui mercati internazionali. Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine: "Un aiuto anche per le denominazioni minori"

Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine

Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine

Riproponiamo a seguire uno degli articoli tra i più letti della settimana. Questo è stato pubblicato giovedì 22 maggio.

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Sulle etichette dei vini Roero Docg e Alta Langa Docg potrà comparire, accanto alla denominazione d’origine, anche la dicitura “Piemonte”. È il primo passo concreto di un progetto strategico destinato a coinvolgere, entro l’estate, le 60 denominazioni piemontesi, con l’obiettivo di valorizzare l’identità regionale in modo coeso e riconoscibile.

Alla base c’è un’idea semplice, ma potente: dare forza al brand “Piemonte” come elemento di garanzia, qualità e origine, soprattutto nei mercati più lontani. L’iniziativa è promossa dai Consorzi di tutela e da Piemonte Land of Wine, con il sostegno dell’assessorato regionale all’Agricoltura, guidato da Paolo Bongioanni.

“Il progetto nasce dal mondo dei Consorzi – spiega Francesco Monchiero, presidente di Piemonte Land of Wine – e rappresenta un cambio di passo per tutto il sistema vitivinicolo regionale. Non vogliamo cancellare le specificità locali, ma renderle più leggibili, più forti e più competitive, soprattutto fuori dai confini italiani”.

Oggi, dei circa 450 disciplinari italiani, 60 appartengono al Piemonte. Se alcune denominazioni – come Barolo, Barbaresco, Moscato o Gavi – sono immediatamente riconosciute a livello globale, molte altre restano sconosciute al grande pubblico. Aggiungere “Piemonte” in etichetta serve a orientare il consumatore, fornendo un riferimento geografico immediato e coerente con i criteri normativi europei, che consentono l’inserimento di una menzione territoriale più ampia.

“Il Piemonte è sinonimo di qualità, di storia, di territori d’eccellenza – aggiunge Monchiero –. E spesso, anche su vini noti, il consumatore internazionale sa il nome ma non sempre sa dove collocarlo. Questa modifica potrà aiutare anche le denominazioni minori a trovare maggiore spazio e riconoscibilità nei mercati esteri”.

Si tratta di un’operazione complessa, perché comporta la modifica dei disciplinari di 60 denominazioni in una singola richiesta unitaria. I Consorzi hanno tempo fino all’estate per deliberare l’adesione. Se l’iter andrà a buon fine, la Regione potrà inoltrare una richiesta unica di variazione al Ministero, che poi dovrà trasmetterla alla Commissione europea per l’approvazione finale.

“Sappiamo che i tempi saranno inevitabilmente tecnici – osserva Monchiero –. Non crediamo si possa vedere l’effetto sulla vendemmia 2025, ma l’obiettivo è arrivare pronti con la vendemmia 2026. E soprattutto, costruire una visione comune di promozione, un messaggio chiaro e condiviso da tutto il comparto”.

A guidare questa visione comune è proprio Piemonte Land of Wine, che oggi rappresenta tutti i 14 Consorzi del vino ufficialmente riconosciuti dal Ministero dell’Agricoltura. L’organizzazione promuove un patrimonio vitivinicolo vastissimo: oltre 44.000 ettari di vigneti, distribuiti tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo, fino ai piedi delle Alpi. Un mosaico prezioso, dove l’80% della produzione è tutelato da 18 Docg e 41 Doc regionali.

Daniele Vaira

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