La notizia della morte di Peppe Vessicchio ha attraversato l’Italia come un colpo improvviso, riportando alla memoria quella frase entrata nel lessico collettivo: “Dirige l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio”. Una formula semplice, quasi domestica, che faceva sentire tutto al proprio posto: l’artista, l’orchestra, chi ascoltava da casa.
Il Maestro, scomparso a 69 anni al San Camillo di Roma in seguito a una polmonite interstiziale, era stato in Langa pochi mesi fa, ospite del Food&Wine Tourism Forum al Castello di Grinzane Cavour. Un incontro che oggi assume un’aura quasi simbolica: le colline UNESCO che ragionano sul turismo sostenibile, e nel mezzo un musicista capace di far dialogare mondi solo all’apparenza lontani.
Quest’edizione del Forum, organizzata dall’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero con la direzione scientifica di Roberta Milano, aveva allargato lo sguardo sul tema dello sviluppo sostenibile delle destinazioni, con l’ingresso dell’ente in due importanti board europei dedicati alla formazione e allo scambio di buone pratiche. Formazione, governance, networking: un lavoro iniziato in primavera e diventato asse portante dell’edizione 2025.
In quel contesto Vessicchio aveva portato un tocco di meraviglia. Accolto da Chiara Buratti, il Maestro aveva raccontato il suo Metodo Freman, un percorso di ricerca sulle frequenze sonore applicate alla maturazione del vino. Non una trovata scenica, ma un esperimento filologico e scientifico insieme: frequenze armoniche scelte per accompagnare l’evoluzione del vino senza alterarne la struttura, affinando invece percezioni, equilibrio, espressività. Una bottiglia che ascolta. Una botte che vibra. Un calice che risponde.
Era stato un momento gioioso e quasi giocoso, un ponte fra arti e scienze, che il pubblico aveva accolto con curiosità. Oggi quelle immagini ritornano con un sapore diverso, come frammenti gentili di una presenza che mancherà.
Peppe Vessicchio era molto più del direttore di Sanremo. Era un artista capace di attraversare generi e generazioni, collaborando con Avion Travel, Vecchioni, Paoli, Vanoni, Zucchero, e dirigendo persino al Cremlino in un omaggio a John Lennon. È stato maestro ad Amici, anima del progetto Rockin’1000, compagno musicale di Ron, con cui avrebbe dovuto tornare in tour nel 2026.
La notizia della sua scomparsa ha raccolto messaggi da tutto il mondo della cultura e della politica. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto: “Quel dirige l’orchestra non era solo una frase: era casa, era Italia.”
Casa, appunto. Forse è anche per questo che il suo passaggio in Granda, fra le colline di un territorio che sa unire rigore, creatività e bellezza, resta così luminoso. Un Maestro che ha sempre cercato nuove armonie, anche dove nessuno pensava potessero nascere. Oggi tocca alle comunità che lo hanno accolto custodire quell’eredità sottile: la capacità di mescolare saperi e passioni senza perdere mai la grazia.
















