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Attualità | 04 dicembre 2025, 13:40

Cuneo "altamente digitale", a metà classifica su 108 Comuni capoluogo

Secondo ICityRank, la ricerca di FPA sulla digitalizzazione, la città si colloca al 51esimo posto. Al 32esimo nell’indice dei Comuni aperti e al 39esimo in quello delle Città connesse

Immagine di repertorio

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Cuneo valutata per la transizione digitale non brilla e resta a metà classifica. Secondo ICityRank, la ricerca di FPA sulla digitalizzazione di 108 Comuni capoluogo, Cuneo è una città altamente digitale. Si colloca al 51esimo posto nella classifica delle amministrazioni digitali, al 32esimo nell’indice dei Comuni aperti e al 39esimo in quello delle città connesse.  

Sono 16 le città capoluogo leader dell’innovazione digitale in Italia: si tratta di Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Modena, Parma, Prato, Rimini, Roma Capitale, Siena, Torino, Trento e Venezia. Ma appena sotto si collocano altri 30 comuni, tra cui Cuneo, altamente digitalizzati e poi 46 di livello intermedio, in una classifica che vede crescere i punteggi medi dell’innovazione delle città italiane, con uno scatto avanti soprattutto nella digitalizzazione amministrativa per effetto del PNRR, mentre si riducono i divari tra grandi e piccoli centri e tra Nord e Sud.

La valutazione dei Comuni è articolata in tre indici basati su 34 indicatori, costruiti su circa 200 variabili: l’indice“Amministrazioni digitali” riguarda la digitalizzazione dell’attività amministrativa, tra siti web, fruizione dei servizi online e adozione delle piattaforme nazionali; quello dei “Comuni aperti” il livello di utilizzo dei social media, la diffusione di dati aperti e la disponibilità di app; quello “Città connesse” la trasformazione digitale dei servizi urbani, tra sviluppo di reti di connessione, sistemi di sensori e device collegabili, strumenti di analisi e rappresentazione dei dati.

Nel 2025 si evidenzia una crescita sostenuta nell’indice Amministrazioni digitali per un vero e proprio “effetto PNRR”: in questa dimensione si sono ridotte le distanze territoriali e dimensionali, ben 96 comuni oggi si collocano nelle fasce alte o medio-alte rispetto ai 60 di due anni fa. Il miglioramento è significativo anche nell’indice Città connesse (le città nelle fasce alte o medio-alte salgono da 46 a 54), ancora contenuto in quello Comuni Aperti (da 40 a 44), dove restano ampie le differenze dimensionali.

Nonostante la riduzione della distanza, la dimensione demografica influisce ancora sui livelli di digitalizzazione. Le 7 piccole capitali dell’innovazione nelle fasce più elevate sono Siena, Cesena, Pisa, Grosseto, Cremona, Cuneo e Treviso. Mentre, in un quadro ancora caratterizzato da differenze Nord-Sud, i capoluoghi del Mezzogiorno con livelli elevati di digitalizzazione sono Cagliari, Bari, Palermo, Messina e Napoli.

“ICity Rank 2025 evidenzia un positivo miglioramento nel livello medio di digitalizzazione delle città italiane, anche grazie agli effetti dei progetti PNRR che stanno per concludersi – afferma Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA –. Attraverso uno sviluppo costante, anno dopo anno, le nostre città hanno sviluppato un ‘sistema nervoso’ digitale, fatto di piattaforme, sensori, dati e – da ultimo - intelligenza artificiale, che oggi richiede di essere governato superando il classico paradigma delle smart city. È necessario passare da città digitali a “città cognitive”, in grado di interpretare, apprendere eagire in modo semi-autonomo, anticipando i bisogni dei cittadini, suggerendo soluzioni ai decisori, imparando costantemente dall’esperienza. Questo percorso non è una semplice corsa alla tecnologia, ma un ripensamento della governance urbana, per creare città più resilienti, inclusive e democratiche”.

L’indice Amministrazioni Digitali 

Nell’Indice Amministrazione Digitali Genova Pistoia guidano la graduatoria, al primo posto a pari merito con 92 punti, appena sopra Bologna e Firenze con pari punteggio al terzo posto, poi Bergamo al quinto, Grosseto, Parma e Taranto al sesto, Brescia, Ferrara, Imperia, Messina, Milano, Modena e Perugia al nono. In questa dimensione, è forte l’impatto dei finanziamenti PNRR, che determina una crescita complessiva e un maggiore equilibrio rispetto al passato.

Negli ultimi due anni il valore medio dei Comuni nell’Indice Amministrazione Digitali è cresciuto di 15 punti e sono state sostanzialmente ridotte le differenze tra grandi e piccoli comuni. I punteggi sono molto ravvicinati nella zona alta della classifica, che vede anche due capoluoghi meridionali (Taranto e Messina) nella top ten e uno solo con popolazione inferiore a 100.000 abitanti, Siena. Oggi gran parte delle amministrazioni capoluogo italiane dispone di tecnologie per mettere on line servizi, collegarsi alle piattaforme, rendere più facile l’utilizzo. La sfida ora è integrare questi elementi con le prassi amministrative per rendere completi e facilmente fruibili i servizi.  

L’indice Comuni Aperti 

Nell’indice Comuni Aperti è Firenze a raggiungere il primo posto con 91 punti, precedendo sul podio Roma Capitale Bologna. Poi vengono Milano (4°), Genova (5°), ModenaRimini e Torino al sesto, Bergamo e Venezia al nono. Sette comuni nella top ten sono città metropolitane, il primo capoluogo meridionale è Bari (15°), il primo con popolazione inferiore a 100.000 abitanti è Siena (11° posto). 

In questo indice si assiste a un miglioramento debole. Perdurano le differenze geografiche e di dimensione demografica. Negli ultimi due anni il punteggio medio è salito da 52,1 a 54,2. I capoluoghi del Mezzogiorno sono cresciuti più della media (+3 punti), ma restano ancora ad un livello mediamente inferiore (44,8). I grandi centri ottengono risultati significativamente più elevati (77,9 di media). È il momento di costruire momenti di condivisione sulle potenzialità dei social, delle APP e della diffusione di Open Data per individuare modelli di riferimento utilizzabili da tutti. 

L’indice Città Connesse 

La graduatoria dell’indice Città Connesse è guidata da BolognaFirenzeMilano e Venezia, in testaseguite da Cagliari al quinto posto, poi Roma Capitale e Torino al sesto, Genova e Modena all’ottavo, Brescia e Trento al decimo.  Negli ultimi due anni il valore medio dell’indice è salito da 56,4 a 62,7. 

La crescita è stata territorialmente omogenea lasciando sostanzialmente invariate le differenze geografiche, che sono ancora rilevanti: il punteggio medio è 69,9 al Nord e 54 nel Mezzogiorno. Gli scarti per dimensioni demografiche sono rilevanti anche se in riduzione. È necessario individuare uno strumento di finanziamento (e una modalità di regolazione dei rapporti con i gestori dei servizi) che consenta anche alle città di media dimensione di intraprendere il percorso seguito dai capoluoghi metropolitani.

Redazione

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