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Attualità | 26 novembre 2019, 15:21

Biodigestore di Borgo San Dalmazzo: la minoranza è favorevole, piena delega al sindaco Beretta

Ieri sera in consiglio comunale ha parlato Piermario Giordano, per voce dell'intero gruppo Borgo 3.0: “Di fronte ad un argomento del genere non vogliamo stare zitti. E neanche approfittare del nostro ruolo di minoranza per opporci al biodigestore”. A questo punto l'unica voce ufficiale fuori dal coro è quella dell'assessore Mauro Fantino che aveva espresso pesanti critiche al progetto nel corso dell'incontro pubblico con Acsr la sera del 13 novembre

In primo piano il tavolo della minoranza. Da sinistra Giorgia Tronci, Marco Bona, Ilda Maccario, Piermario Giordano e Silvana Agosto

In primo piano il tavolo della minoranza. Da sinistra Giorgia Tronci, Marco Bona, Ilda Maccario, Piermario Giordano e Silvana Agosto

 

“Di fronte ad un argomento del genere non vogliamo stare zitti. E neanche approfittare del nostro ruolo di minoranza per opporci al biodigestore. Sul tema biodigestore diamo piena delega al sindaco Beretta che ha dimostrato correttezza nei confronti della minoranza”. Sono risuonate forti, ieri sera in consiglio comunale a Borgo San Dalmazzo, le parole del consigliere di minoranza Piermario Giordano.

Chi si aspettava una dura opposizione sul discusso tema della riqualificazione relativa all'impianto di compostaggio in località San Nicolao, è rimasto deluso.

L'argomento è caldo e ha infiammato l'incontro pubblico con i vertici Acsr la sera del 13 novembre, nel quartiere di Gesù Lavoratore.

Secondo il progetto, l'impianto dovrà passare dalla gestione di 10.500 tonnellate annue di rifiuto organico differenziato e 7.600 di sfalci del verde a, rispettivamente, 35mila e 10mila tonnellate per assicurare una produzione di biometano di 2.200 tonnellate annue (30.800 Mwh/anno) attraverso il processo di digestione anaerobica. Gli scarti andrebbero a raddoppiare: da 1.500 tonnellate/annue a 3600 tonnellate/annue.

Per lasciare spazio al biodigestore, si dovrebbe rinunciare alla sezione plastica e carta.

Il rifiuto organico dovrebbe arrivare dal resto della Provincia, dunque dai tre consorzi ACEM (Azienda Consortile Ecologica Monregalese), CSEA (Consorzio Servizi Ecologia Ambiente relativo al territorio Saluzzese e Saviglianese), e CoABSeR (Consorzio Albese Braidese Servizi Rifiuti). Il costo: 13,4 milioni.

Da sempre combattivo e polemico, Giordano ha parlato per conto dell'intero gruppo 'Borgo 3.0': “Ci sono casi come questo in cui essere in maggioranza è più difficile. Nelle ultime settimane ci siamo confrontati tra di noi, con i vertici Acsr, e con la gente. Ci siamo poi documentati. Il consigliere Marco Bona ha visitato siti simili. Siamo ben consci dell'impatto che il biodigestore avrà. Tra di noi c'erano posizioni contrastanti, che riflettono esattamente le opinioni dei cittadini. Grazie alla capogruppo Ilda Macario che ha tenuto insieme la minoranza e ha dialogato con la Giunta Beretta. Abbiamo fatto tre richieste al sindaco. Abbiamo chiesto maggiore informazione e Beretta ci ha ascoltato organizzando un incontro pubblico. Abbiamo chiesto di approfondire gli aspetti tecnici, ambientali ed economici. E anche di ottenere un valido indennizzo per il comune di Borgo”.

“Dopo questo percorso ecco che il gruppo Borgo 3.0 è giunto a una sintesi – ha concluso Giordano -: la non opposizione al progetto biodigestore”.

Il tema non era all'ordine del giorno. L'intervento di Giordano è stato fatto in seguito alla comunicazione di Beretta sull'allargamento del cda Acsr da 1 a 5, con Sergio Garis scelto in rappresentanza di Borgo. Un allargamento e un nominativo apprezzato da tutto il consiglio.

Il sindaco Beretta ha quindi risposto a Giordano: “Grazie alla minoranza per la schiettezza. Io ho sempre agito nell'interesse della comunità. So che l'argomento rifiuto genera, di per sé, dubbi e riluttanza. Questo impianto ha 15 anni e, se non verrà fatta una scelta precisa oggi, la si dovrà fare comunque un domani. Quell' impianto necessiterà già a breve di interventi di manutenzione. È facile generare dubbi e paure. Il dubbio è doveroso e legittimo, ma poi, una volta disputato sull'argomento, occorre decidere.
Se l'impianto non venisse riqualificato, io non mi assumo la responsabilità per i nostri giovani di portare i rifiuti fuori provincia. Disfarsi dell'impianto è deleterio e non è un atto di coraggio. Oggi ritrovare un altro sito è praticamente impossibile. Abbiamo quello e ci corre l'obbligo di ammodernarlo e riqualificarlo”.

A questo punto l'unica voce ufficiale fuori dal coro è quella dell'assessore Mauro Fantino che aveva espresso pesanti critiche al progetto nel corso dell'incontro pubblico con Acsr la sera del 13 novembre. Così aveva dichiarato: “Non capisco la necessità di questo progetto. È come avere una lavatrice da 5 kg che funziona bene, per cambiarla con una da 20 kg per lavare i panni di tutto il vicinato, senza sapere se il vicinato voglia portare i panni da noi”.

 

cristina mazzariello

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