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Al Direttore | 23 febbraio 2015, 17:35

Il parere di Arcicaccia Cuneo sull'affaire Parco del Monviso

"Le uniche due domande da porre a chi lo vuole, questo ennesimo parco regionale, sarebbero: "perchè" e "a chi gioverebbe"?"

Il parere di Arcicaccia Cuneo sull'affaire Parco del Monviso

Gentile Direttore,

in questi giorni ho notato un gran fermento in relazione alla proposta regionale di costituzione del Parco del Monviso che verrebbe ad insistere sulla torinese val Pellice e due vallate alpine cuneesi, Varaita e quella del Po, per l'appunto, a cui verrebbe sottratto gran parte del territorio venabile.

Forse le uniche due domande da porre a chi lo vuole, questo ennesimo parco regionale, sarebbero:”Perchè??” e: “A chi e/o cosa  gioverebbe??” ma tenterò di essere un minimo più articolato.

Non mi dilungherò troppo sulle esperienze ormai consolidate, o almeno tali sono per chi ha l’onestà intellettuale di riconoscerle, circa la reale utilità di protezione dell’ambiente e della fauna che hanno dimostrato nel tempo certi istituti di protezione ambientale.

I fatti e non le chiacchiere hanno infatti evidenziato che molti dei predetti, troppi, sono venuti meno al loro scopo e l’unica effettiva “cosa” che sono riusciti a garantire è stato il divieto di caccia al loro interno.

Ma nel frattempo l’habitat è stato comunque violato, oppure non opportunamente gestito e curato, con la conseguenza, ad esempio, che certe varietà di fauna selvatica  di grande valore naturalistico e persino storico sono addirittura diminuite in quelle aree destinate in origine proprio alla loro salvaguardia, oppure risultano più numerose fuori dai confini e lontano da quelle zone che più che protette bisognerebbe definire  semplicemente “a divieto di caccia”, e lì, nel territorio “libero”, alcune vengono persino cacciate, secondo regole conservative e restrittive, previo censimenti e attenzioni costanti all’habitat poste in essere in primis dai cacciatori.

Solo e soltanto una ovvia ennesima dimostrazione che non è certo la caccia, così come la intendiamo noi, a determinare danni ed anzi spesso è esattamente il contrario.

Ma è forse ormai altrettanto assodato che di ciò che pensano e sanno i cacciatori non importa alcunché, aprioristicamente e ideologicamente alla maggioranza dei “manovratori del vapore”, nonostante proprio i cacciatori siano tra i primi ad essere interessati affinché le risorse naturali rinnovabili si rinnovino, nonostante proprio i cacciatori siano i primi ad intervenire con il loro operato per le migliorie degli habitat montani, e non solo, e sborsino in quel contesto e per qual contesto, e non solo, cospicui denari in tasse e contributi vari, di tasca propria, che a dire il vero, almeno quelli, cioè i soldi, non provocano però insofferenza ad alcuno e servono a finanziare persino chi vorrebbe estinguerli, i cacciatori.

Nonché questi ultimi integrano con la loro presenza e consumi in periodi dell’anno in cui il turismo “comune”  è pressoché assente, l’economia  locale spesso già sofferente.

Ebbene, dato per assodato che i cacciatori sono cittadini le cui opinioni  non sono  da tenere in considerazione in quanto non risulterebbe “giusto” e/o “politicamente corretto” nel contesto italico odierno, ho specificato “italico” perché in Europa e nel mondo la caccia è considerata una risorsa e non un problema così come da noi, le domande che mi sovvengono spontanee sono se invece è degna di attenzione quella degli agricoltori e di chi li rappresenta, dei sindaci e delle realtà politiche ed amministrative locali, delle persone che, nonostante mille difficoltà, continuano a presidiare quei territori.

Ebbene se tutti questi soggetti risultassero favorevoli all’ampliamento del Parco del Po’, così come prospettato, lo scrivente e tutta Arcicaccia Cuneo si schiererebbe al loro fianco.

Diversamente non rimarrà che prendere atto, ancora una volta, l’ennesima, che la politica nostrana continua a vivere di teorie, congetture e progetti che nulla hanno da spartire con le aspettative delle varie e variegate realtà locali e radicate da sempre sul territorio.

Ringrazio per l’attenzione e porgo cordiali saluti.

Ezio Cardinale, presidente provinciale di Arcicaccia Cuneo

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