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Attualità | 06 febbraio 2011, 12:33

Paolo Canavese, "prof" di ginnastica e preparatore atletico cuneese diventato scrittore

Nato a Mondovì, ha aperto una palestra a Ceva ed ora vive a Carrù. Da poco ha pubblicato il primo libro, scritto il secondo e iniziato il terzo

Paolo Canavese (© Targatocn.it)

Paolo Canavese (© Targatocn.it)

Una vita dedicata allo sport, senza mai perdere troppo tempo a pensare alla letteratura. Diploma di geometra e poi Isef. Dopodiché allenatore e preparatore atletico di calcio, insegnante di educazione fisica e, a coronamento di un bel sogno, una palestra tutta sua. È tutto ciò Paolo Canavese, classe 1964, girovago della provincia di Cuneo. Nato a Mondovì, ha poi vissuto molti anni a Ceva e da quattro è residente a Carrù. Uno sportivo nato, che a 45 anni ha deciso di diventare scrittore. Lasciata dopo anni di successi la palestra e abbandonati i campi di calcio, è ancora un professore di ginnastica presso la scuola media di Montà, ma il suo unico interesse sembra ormai essere la scrittura. Lo scorso settembre ha presentato il suo primo libro, "Il lago delle candele", ha da poco finito di scrivere il secondo e ha già iniziato il terzo. E come se non bastasse, ha già in mente il quarto e il quinto. Una produttività da far invidia a qualunque grande romanziere. Ma lui non si sente uno scrittore. "Cosa penso al mattino quando mi alzo? Non certo che sono uno scrittore – dice Paolo con un sorriso – e che devo andare a scuola a lavorare".

Ma uno scrittore in effetti lo è. Il suo volume è nelle librerie e la gente lo sta comprando. Ed è anche già stato tradotto in francese e ora si sta lavorando al suo lancio oltralpe. Ma com’è nata l’ispirazione e la voglia di scrivere? "Non lo so precisamente nemmeno io – risponde l’autore – non avevo mai messo molte cose nero su bianco negli anni precedenti, solo qualche diario infantile riempito con pensieri e sogni. Poi un giorno, a 45 anni, ho acceso il mio computer e ho iniziato a scrivere. Avevo voglia di raccontare una storia che mi girava nella testa. Dopo tre righe mi sono fermato, sono tornato in dietro e ho messo il titolo. Lì, è iniziata la mia avventura, la mia prima avventura".

La promozione del primo testo è stata un po’ faticosa, perché in molte fasi Paolo si è dovuto arrangiare da solo, ma ora sta già raccogliendo i frutti del suo lavoro. Visto il buon successo del romanzo d’esordio, il suo editore lo sta incalzando per pubblicare subito quello nuovo.

Se "Il lago delle candele" parlava di Susi, giovane ragazza destinata a un viaggio nel passato alla ricerca della verità, nell’ultimo lavoro di Canavese, "Insieme sulla montagna della paura", i protagonisti sono sette anziani che, all’interno di un ospizio, cercano di capire come curare l’ansia e la paura del suicidio. Lo faranno attraverso dei giochi quali le carte, i dadi e il gioco dell’oca, grazie ai quali scopriranno dettagli inquietanti su un omicidio avvenuto fra i muri del ricovero. Un storia piena di suspense, che parte da una vicenda realmente accaduta. Il tema centrale affrontato dallo scrittore è quello, molto delicato, del suicidio. Nel terzo libro, invece, Paolo si tufferà nella storia, trattando fatti legati alla seconda guerra mondiale.

Un volume dopo l’altro, com’è possibile, senza mai aver scritto prima? "È l’esperienza della vita – spiega Canavese – che fa la differenza. Si cresce, si matura, si invecchia e le belle e le brutte vicende della nostra esistenza ci arricchiscono e ci danno moltissimi spunti. Di questi, ognuno può farne ciò che vuole".

Marco Ceste

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