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Attualità | 23 marzo 2012, 08:53

Grave situazione di sovraffollamento nel carcere di Saluzzo: richiesta un’ispezione ministeriale

Una delegazione, con in testa l’europarlamentare Gianni Vattimo, ha effettuato ieri un sopralluogo all'interno del “Morandi”

la delegazione durante la visita al carcere di Saluzzo

la delegazione durante la visita al carcere di Saluzzo

Un’ispezione ministeriale al carcere di Saluzzo, è la richiesta della delegazione composta dall’europarlamentare Gianni Vattimo, dai consiglieri regionali Eleonora Artesio, Fabrizio Biolè e dall’avvocato Emanuele D’Amico, che ieri mattina ha visitato la casa di reclusione “Rodolfo Morandi” per valutarne la situazione. Una visita a seguito della denuncia firmata da 12 detenuti in attesa di giudizio, tra i quali Giorgio Rossetto, il no tav di Bussoleno, reclusi nella semi-sezione indagati, da loro definita di isolamento perché identica a quella vicina dei detenuti ad alta sorveglianza. Al termine della visita, nella conferenza stampa alla Caserma Musso a cui hanno partecipato i volontari dell’associazione “Antigone” oltre ad Alberto Perino e Lele Rizzo del Movimento della Valle Susa, è stata sottolineata la criticità più forte della struttura penitenziaria saluzzese: il sovraffollamento. Ma non l’unica

“Programmata per 200 detenuti in gran parte di massima sicurezza - ha riferito la consigliera regionale - oggi si trova a gestire 430 detenuti in situazioni detentive differenti. Questo significa l’impiego di tutti gli spazi e il  deterioramento delle condizioni delle persone rinchiuse

Di sistemazione in piccole celle con due o tre reclusi per cella, spazi dell’aria non comuni, ma cunicoli- corridoi usati come tali, parla il loro report dopo il sopralluogo al Morandi, dove sono stati accompagnati dal comandante della polizia penitenziaria, assente il direttore Giorgio Leggieri. “Qui, Giorgio Rossetto e le altre persone in attesa di giudizio che non sono sottoposte a regime di isolamento, ne vivono di fatto le conseguenze organizzative”. La socialità ha riferito Eleonora Artesio non è praticabile e queste persone per le quali non è noto il periodo di detenzione (in alcuni casi anche 16/18 mesi) non possono godere delle opportunità, come attività di studio, di lavoro e laboratori, che i “definitivi” hanno e che alleggeriscono la tensione detentiva.

“Il carcere è carcere, ma il paradosso del carcere di Saluzzo è che queste persone in attesa di giudizio e soggette quindi  a regime di custodia meno forti, in realtà subiscono condizioni peggiori degli altri. Rossetto vive con due compagni di stanza, due letti a castello e un terzo letto  in mezzo che per andare in bagno si  deve scavalcare. Un’ora d’aria in un quadrato di 8 per 3 con muro altissimo di sei metri – ha riportato l’eurodeputato Vattimo - Non ci sono colpe specifiche per questa situazione, ma bisogna far conoscere i fatti alla gente” ha riferito dicendosi preoccupato per la sorte di alcuni reclusi della stessa sezione, psicologicamente più deboli di Rossetto.

Piuttosto di scendere in questi corridoi – cortiletti ( che d’inverno rimangono coperti di neve a lungo) molti preferiscono restare in cella, talmente poca è la differenza tra l’esterno e l’interno.” ha aggiunto il consigliere regionale Biolè denunciando inoltre una carenza sanitaria (il dentista poche ore al mese come altre visite specialistiche) e di organico di polizia penitenziaria che incide sulla qualità e sui ritmi di vita dei reclusi.

Se è di fatto l’istanza No tav ad aver portato all’interno della situazione carceraria di Saluzzo e a creare un caso intorno alle condizioni detentive degli appartenenti al movimento, l’obiettivo è di far emergere a livello più generale l’insostenibilità delle condizioni carcerarie e l’emergenza politica del problema, ha affermato Lele Rizzo dello stesso movimento, che ha parlato di battaglia di dignità e resistenza da parte di Rossetto. .

A Saluzzo i No tav saranno presenti sabato 24 dalle 10,30 in via Ludovico di fianco al Duomo con un banchetto di informazione e sensibilizzazione sulla loro campagna. Nel pomeriggio, un nuovo presidio davanti al carcere.

Vilma Brignone

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