Un’ispezione ministeriale al carcere di Saluzzo, è la richiesta della delegazione composta dall’europarlamentare Gianni Vattimo, dai consiglieri regionali Eleonora Artesio, Fabrizio Biolè e dall’avvocato Emanuele D’Amico, che ieri mattina ha visitato la casa di reclusione “Rodolfo Morandi” per valutarne la situazione. Una visita a seguito della denuncia firmata da 12 detenuti in attesa di giudizio, tra i quali Giorgio Rossetto, il no tav di Bussoleno, reclusi nella semi-sezione indagati, da loro definita di isolamento perché identica a quella vicina dei detenuti ad alta sorveglianza. Al termine della visita, nella conferenza stampa alla Caserma Musso a cui hanno partecipato i volontari dell’associazione “Antigone” oltre ad Alberto Perino e Lele Rizzo del Movimento della Valle Susa, è stata sottolineata la criticità più forte della struttura penitenziaria saluzzese: il sovraffollamento. Ma non l’unica
“Programmata per 200 detenuti in gran parte di massima sicurezza - ha riferito la consigliera regionale - oggi si trova a gestire 430 detenuti in situazioni detentive differenti. Questo significa l’impiego di tutti gli spazi e il deterioramento delle condizioni delle persone rinchiuse”
Di sistemazione in piccole celle con due o tre reclusi per cella, spazi dell’aria non comuni, ma cunicoli- corridoi usati come tali, parla il loro report dopo il sopralluogo al Morandi, dove sono stati accompagnati dal comandante della polizia penitenziaria, assente il direttore Giorgio Leggieri. “Qui, Giorgio Rossetto e le altre persone in attesa di giudizio che non sono sottoposte a regime di isolamento, ne vivono di fatto le conseguenze organizzative”. La socialità ha riferito Eleonora Artesio non è praticabile e queste persone per le quali non è noto il periodo di detenzione (in alcuni casi anche 16/18 mesi) non possono godere delle opportunità, come attività di studio, di lavoro e laboratori, che i “definitivi” hanno e che alleggeriscono la tensione detentiva.
“Il carcere è carcere, ma il paradosso del carcere di Saluzzo è che queste persone in attesa di giudizio e soggette quindi a regime di custodia meno forti, in realtà subiscono condizioni peggiori degli altri. Rossetto vive con due compagni di stanza, due letti a castello e un terzo letto in mezzo che per andare in bagno si deve scavalcare. Un’ora d’aria in un quadrato di 8 per 3 con muro altissimo di sei metri – ha riportato l’eurodeputato Vattimo - Non ci sono colpe specifiche per questa situazione, ma bisogna far conoscere i fatti alla gente” ha riferito dicendosi preoccupato per la sorte di alcuni reclusi della stessa sezione, psicologicamente più deboli di Rossetto.
“Piuttosto di scendere in questi corridoi – cortiletti ( che d’inverno rimangono coperti di neve a lungo) molti preferiscono restare in cella, talmente poca è la differenza tra l’esterno e l’interno.” ha aggiunto il consigliere regionale Biolè denunciando inoltre una carenza sanitaria (il dentista poche ore al mese come altre visite specialistiche) e di organico di polizia penitenziaria che incide sulla qualità e sui ritmi di vita dei reclusi.
Se è di fatto l’istanza No tav ad aver portato all’interno della situazione carceraria di Saluzzo e a creare un caso intorno alle condizioni detentive degli appartenenti al movimento, l’obiettivo è di far emergere a livello più generale l’insostenibilità delle condizioni carcerarie e l’emergenza politica del problema, ha affermato Lele Rizzo dello stesso movimento, che ha parlato di battaglia di dignità e resistenza da parte di Rossetto. .
A Saluzzo i No tav saranno presenti sabato 24 dalle 10,30 in via Ludovico di fianco al Duomo con un banchetto di informazione e sensibilizzazione sulla loro campagna. Nel pomeriggio, un nuovo presidio davanti al carcere.