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Al Direttore | 13 agosto 2012, 10:45

Tribunali soppressi: "Se i nostri politici avessero avuto la capacità di guardare oltre il proprio orticello..."

Ci scrive il signor Enrico Gaveglio presentanto numeri in difesa dell'omai soppresso Foro di Saluzzo

Il tribunale di Saluzzo

Il tribunale di Saluzzo

Egregio Sig. Direttore,

approfitto della Sua cortesia e disponibilità per una breve riflessione, che gradirei potesse essere condivisa, in merito a quello che viene definito dal ministero come intervento di “riordino della geografia giudiziaria” ma che in realtà non può che essere letta come intervento di “taglia e incolla”, non potendo diversamente qualificare un provvedimento che sopprime degli uffici giudiziari accorpando i medesimi ad altri preesistenti. Personalmente ritengo che per una qualsivoglia attività di riordino sia necessario un minimo impegno delle energie intellettive, per semplici “tagli” forse non si può dire altrettanto.

Ho letto sul tema le interessanti considerazioni dell’avvocato Portera, il quale ha sottolineato come tale intervento porterebbe ad un risparmio pro capite per ogni cittadino che potrebbe avvicinarsi ai 60 centesimi per il 2012 e forse addirittura poco più di un euro nel 2013, questo ovviamente non tenendo conto dei disagi per le zone colpite dai tagli e delle spese necessarie per il trasferimento delle sedi oltre che per l’individuazione delle medesime (in quanto voci non minimamente considerate dal ministero).

Ho letto le pregevoli considerazioni dell’avvocato Fea, ove ha sottolineato come sia un errore considerare un Tribunale quale un esercizio commerciale, con entrate ed uscite che debbono stare almeno in pari e preferibilmente consentire un guadagno.

Ho letto le puntuali valutazioni dell’avvocato Maurizio Bonatesta, che ha evidenziato, affidandosi anche ai numeri forniti dal Consiglio Nazionale Forense, che hanno smentito quelli ministeriali (per il CNF la soppressione dei 37 Tribunali previsti dal disegno ministeriale porterebbe ad un risparmio di poco superiore ai 20.000.000 di euro, contro gli 80.000.000 di euro prima sbandierati e poi rettificati dal ministero. Somme anche queste che non tengono comunque conto delle spese necessarie per la nuova sistemazione), come il Tribunale di Saluzzo oltre ad essere efficiente e tecnologicamente avanzato, sia anche in chiarissimo attivo, la struttura costa 275.000,00 euro l’anno (sede del Giudice di Pace inclusa) ed “incassa” più di 700.000,00 euro l’anno (imposizioni e recupero sanzioni).

Proprio per questa efficiente situazione del locale Tribunale l’avvocato Bonatesta dichiarava “a noi non servono santi in paradiso, visto che abbiamo la possibilità di giocarci una serie di carte molto più concrete…” dichiarazione a parere del sottoscritto lodevole, ma spesso non condivisibile, soprattutto in un paese come il nostro! Del giorno tre agosto è l’articolo apparso su alcuni quotidiani locali dal titolo “Un’autentica comica il siparietto Costa – Russo sulla soppressione dei Tribunali” evidentemente tale appariva lo scontro di campanili tra Mondovì ed Alba, basta però poi vedere i pareri della commissione giustizia rispettivamente di Camera e Senato per comprendere come ciascun politico (probabilmente il “santo in paradiso”) abbia cercato di coltivare il proprio “orticello” disinteressandosi del problema in termini generali, non a caso appare testualmente scritto nei pareri richiamati “ il tribunale di Mondovì che fra quelli aventi sede in comuni non capoluogo della Corte d'appello di Torino è quello con la maggiore estensione territoriale con 1.667 kmq...”, oppure “… il Tribunale di Sanremo, che ingloba la sezione distaccata di Ventimiglia. Trattasi di tribunale di confine con un istituto carcerario che registra la presenza di oltre 330 detenuti, di cui 182 stranieri” , ed ancora “… il mantenimento del Tribunale di Pinerolo, previo accorpamento dei territori limitrofi ed omogenei. Si ricorda peraltro che la linea ferroviaria Pinerolo - Torre Pellice è stata recentemente soppressa, per cui l’accorpamento realizzato dallo schema di decreto creerebbe agli utenti notevoli difficoltà di collegamento”.

Ma a nessuno di costoro, forse perché troppo impegnati a guardare nel proprio “orticello”, è venuto in mente, e per questo non è stato inserito nel parere del parlamento, che il Tribunale di Saluzzo ha un circondario con una estensione praticamente pari a quella di Mondovì, ma con una popolazione-utente decisamente superiore, come il Tribunale di Sanremo ha un confine di stato oltre ad un carcere per altro attualmente in fase di ampliamento, come il Tribunale di Pinerolo non solo non ha la ferrovia, ma neppure l’autostrada (per altro presente in tutte e tre le città di cui sopra è stato citato l’ufficio giudiziario).

Ovviamente i politici sono stati talmente “partigiani” che neppure hanno considerato i numeri (oggettivi) e l’efficienza che il Tribunale di Saluzzo ha garantito e può garantire. Il recente provvedimento del ministro della giustizia ha “abolito” 31 dei 37 Tribunali inizialmente indicati, salvando quelli di zone ove è particolarmente “densa” la presenza criminale, ignorando di fatto i pareri del parlamento.

Indirizzo che se ben coordinato potrebbe anche essere condivisibile, peccato però (ma non ci si stupisce essendo fin dall’inizio il progetto disegnato con il “macete” e non con il “fioretto” come sarebbe stato opportuno) che non tenga minimamente conto di quella “fetta” della giustizia che è determinata dalle questioni di carattere civile, quell’area che da le risposte alle attività, ai lavoratori ed ai cittadini, in buona sostanza alla parte sana e produttiva del nostro Paese; risposte che concorrono a determinare la competitività ed appetibilità di una nazione.

Settore oggi dimenticato ma speso ricordato dallo odierno smemorato ministero, basti fare un minimo sforzo di memoria per vedere quanto è aumentato il costo del contributo unificato (leggasi costo per l’accesso alla giustizia) negli ultimi anni!

Non si comprende inoltre come stante il fatto che proprio la nostra regione, ed ancor più la nostra provincia, siano state colpite da questi “tagli” non vi sia stata una soluzione condivisa sul territorio da prospettare al ministro per la soluzione del problema, come non si sia evidenziato che gli accorpamenti, seppur tra realtà efficienti e funzionanti, non sempre sono garanzia di buon funzionamento della nuova struttura, potrebbero risolversi anzi nella distruzione di una realtà oggi funzionante; oltre ad apparire assurdo il fatto che vengano tagliati uffici giudiziari con riferimento a province e capoluoghi che domani potrebbero non più essere esistenti.

Si vuol pensare che tutto questo sia frutto di una palese incapacità di chi ha trattato la materia (stante che la domanda di giustizia del cittadino sarà sempre meno soddisfatta), diversamente opinando si dovrebbe concludere che qualcuno nella “stanza dei bottoni” ha interesse a che la Giustizia non funzioni.

Dobbiamo quindi constatare che è intervenuto un provvedimento ministeriale che non solo non tiene conto della efficienza di una struttura, ma neppure prende in considerazione i costi dell’intervento, oltre a ignorare che l’intervento va in direzione assolutamente contraria alle soluzioni per il rilancio del Paese; che i politici hanno cercato di coltivare, seppur improduttivamente, il proprio orticello; che il  territorio silente ha subito la decisione, e a breve anche le conseguenze!

Il più celebre drammaturgo britannico circa cinque secoli fa scrisse il “Sogno di una notte di mezza estate”, molto più modestamente il sogno di una notte di questa mezza estate del sottoscritto sarebbe quello per cui alle prossime “tornate elettorali”, ciascun cittadino di buona volontà chiedesse conto di tali fatti, e di queste curiose dimenticanze, ai candidati “questuanti” che si presenteranno nel territorio del Tribunale di Saluzzo. Sarebbe per lo meno curioso che questa pattuglia di smemorati si ricordasse che ci sono ben 50 paesi (quelli del circondario del Tribunale di Saluzzo appunto) per una popolazione di 129.841 abitanti che votano!

Cordialmente

Enrico Gaveglio

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