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Eventi | 03 dicembre 2012, 16:17

“Scrivere altrove”: premiato l’ITC Bonelli

La Fondazione Nuto Revelli e l’Associazione “Mai Tardi” anche quest’anno hanno indetto il concorso letterario “Scrivere altrove” dedicato agli stranieri di prima e di seconda generazione

“Scrivere altrove”: premiato l’ITC Bonelli

 

La Fondazione Nuto Revelli e l’Associazione “Mai Tardi” anche quest’anno hanno indetto il concorso letterario “Scrivere altrove” dedicato agli stranieri di prima e di seconda generazione, e suddiviso in varie sezioni: esordienti e non esordienti, prosa e poesia, premio studenti, lavoro e studio, premio “libertà di parola”.

Molti sono stati i partecipanti che con i loro scritti hanno contribuito alla buona riuscita dell’iniziativa che è stata anche occasione di scambio culturale.

La premiazione si è svolta Sabato 1 dicembre 2012, nel Salone d’Onore del Municipio di Cuneo gremito di persone per questo particolare evento, con la partecipazione del Sindaco e dell’eccellente quartetto di arpe del Conservatorio “G.F. Ghedini” di Cuneo.

Per quanto riguarda le scuole, un particolare riconoscimento è stato dato all’ITC Bonelli, che ha avuto quattro allievi premiati, e ex aequo anche all’AFP di Dronero e all’ITC Rosselli di Genova.

Sono state lette alcune opere che hanno commosso il pubblico per i profondi significati. Sono racconti e poesie che nascono da esperienze difficili, talvolta dolorose, vissute con dignità, e che mostrano un’acquisita maturità; parole dettate dalla nostalgia per ciò che questi giovani hanno lasciato, dalla gratitudine per la nuova terra in cui vivono, ma anche dalla sofferenza per quanti li fanno sentire “diversi”.

Ascoltarli è stata una vera gioia, che ha aumentato, soprattutto in noi insegnanti, la consapevolezza che loro sono il nostro futuro, sono una grande ricchezza per la nostra Italia, per l’impegno profuso nello studio e nel lavoro, per i valori di cui sono portatori, per la loro umanità.

Ascoltarli ci ha anche ricordato quanto sia difficile per uno straniero apprendere una nuova lingua, quanta fatica per imparare ad esprimersi e a comunicare, quante ore di studio in più rispetto agli allievi italiani. Ci ha anche fatto capire meglio che loro sono i “nostri” ragazzi, esattamente come chi ha radici nel nostro Paese, e che saranno i cittadini di domani, e tutto questo deve essere loro riconosciuto, e riconosciuto subito.  

                                                                                               

 

c.s.

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