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Attualità | 29 gennaio 2013, 11:18

“Indignazione” dell’Udc di Saluzzo per via del film su Pancrazio Chiruzzi, condannato a 14 anni per l’omicidio del dottor Damiano

Una ferità sempre aperta ed a proposito della quale la città è ancora in attesa di conoscere quella verità che forse non conoscerà mai: i nomi dei mandanti

Il dottor Amedeo Damiano

Il dottor Amedeo Damiano

Il titolo sarebbe ancora provvisorio. “Mirada criminal”, "Sguardo criminale". Ma non è il titolo della pellicola che il regista torinese Daniele Agostini e l’addetta alla produzione Barbara Redini, si apprestano a girare a Torino ed in mezza Europa quello che fa discutere ed indignare Saluzzo.

Quello che qui viene considerato inaccettabile, è il soggetto sulla cui vita sarà imperniato il film: Pancrazio Chiruzzi, in città tristemente noto per il coinvolgimento nell'omicidio del dottor Amedeo Damiano, avvenuto nel 1987, nell’androne delle scale dell’abitazione di corso Italia e per il quale l'uomo fu condannato in via definitiva a 14 anni di reclusione quale intermediario tra esecutori e mandante. Ma se i primi vennero localizzati, dei secondi la verità si è persa nella strada del tempo, degli anni. Il dottor Damiano doveva essere “solo” gambizzato. Un avvertimento per fargli capire che determinate cose non potevano essere intralciate. Neanche da un onesto presidente dell’Azienda Sanitaria Locale, tanto più se questi si era posto come obiettivo la sua moralizzazione. Straordinariamente attuale e tutto da leggere ancora oggi il libro di Sergio AnelliOmicidio in danno del dottor A.”.

Dopo il comprensibile turbamento della famiglia, sull’eventualità di una pellicola dedicata a Chiruzzi oggi esprime “indignazione” – per bocca del suo segretario cittadino Mario Campanella – l’Unione di Centro di Saluzzo.

Purtroppo non é la prima volta che personaggi condannati per le loro azioni criminose vengono trasformati dal business dello spettacolo in ‘eroi’ dei nostri tempi attraverso la narrazione quasi sempre edulcorata e spettacolarizzata delle loro ‘gesta’. E' inaccettabile che i media continuino a distorcere in maniera così fuorviante la realtà, proponendo soprattutto alle giovani generazioni l'esaltazione di azioni criminose, dimenticandosi nel contempo di porre alla ribalta del piccolo e del grande schermo esempi positivi utili per la crescita morale e civile di un individuo o di una collettività. E' una situazione che non possiamo e non vogliamo accettare. Lo dobbiamo al dottor Damiano, al suo impegno professionale e civile da tutti riconosciuto, e  lo dobbiamo naturalmente ai suoi familiari, che a distanza di troppi anni non conoscono ancora tutta la verità sulla vicenda ed ai quali vogliamo far sentire tutta la nostra vicinanza”.

W.A.

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